In concomitanza con le celebrazioni per il 150 anniversario dell’Unità d’Italia , il Teatro di Roma e Marco Baliani hanno avuto l’idea di un percorso sulla nostra identità nazionale, partendo da uno spettacolo tratto da PIAZZA D’ITALIA, romanzo d’esordio di Antonio Tabucchi, del 1975
Scelta opportuna, poiché si tratta della vicenda di personaggi di un borgo toscano, dai tempi dei garibaldini al secondo dopoguerra: un secolo, visto dall’angolazione particolare e suggestiva di gente “non protagonista” della Storia, quella con la S maiuscola, ma estremamente partecipe di essa, nonché, ahimè, vittima.
Nel borgo si assiste alle vicende di tre generazioni di una famiglia di anarchici, tanto appassionati nelle lotte per la sopravvivenza o contro il Potere di turno, quanto disgraziati, se si considerano gli esiti.
Gli uomini hanno nomi orgogliosamente anarchici: Garibaldo, Quarto, Volturno, Plinio; sono pronti a infiammarsi, ma disposti anche all’avventura dell’emigrazione. Le donne sono tutte scorza dura e concretezza, a cominciare dalla grande madre, una che De Gregori avrebbe descritto come “di cinquantanni e di cento figli”. Attorno, gli abitanti del borgo: figure bizzarre o ambigue. Nel suo spettacolo scandito da funesti colpi di fucile, Marco Baliani li mette sul palcoscenico, dove un parallelepipedo funge da contenitore di oggetti, mobilio e interni, poi li fa parlare in prima o terza persona. Il racconto infatti è narrato da essi stessi, soluzione non originalissima ma che crea un bell’effetto evocativo, complice la bellissima prosa di Tabucchi.
Il problema, per lo spettatore che non conosce il romanzo, è che spesso si pèrdono le fila, e non sempre si comprendono pienamente gli eventi.
L’approccio e la recitazione restano un po’ un ibrido, non è propriamente straniamento ma neppure si sceglie di emozionare. L’effetto sembra freddino, scarse le tracce di umorismo e latita la vera drammaticità (a parte il brivido nel tragico finale), ed è un peccato perché questi sono personaggi a cui sarebbe stato bello affezionarsi, rimane il rimpianto di un’empatia mancata.
Ma ci si augura che una visione più consapevole di tutta l’operazione si potrà raggiungere al termine del percorso di Baliani.
Roma, teatro India, 7-12 dicembre
Piazza d’Italia
dal romanzo di Antonio Tabucchi
regia Marco Baliani – drammaturgia Maria Maglietta – scene e costumi Carlo Sala – musiche Mirto Baliani
con Patrizia Bollini, Daria Deflorian, Gabriele Duma, Simone Faloppa, Renata Mezenov Sa, Mariano Nieddu, Alessio Piazza, Naike Anna Silipo, Alexandre Vella
durata 1 ora e 40minuti
www.teatrodiroma.net