“Non è un’automobile ma uno stile di vita” recita il motto delle mitiche, piccole Citroen. Un aforisma interpretato in modo drastico e radicale dalla piccola comunità di zingari protagonisti di questo documentario, girato nel 2003 alla periferia di Belgrado.
Protagonisti alcune famiglie di profughi, gitani kosovari, sistematisi alla periferia della città, tollerati ma non certo accettati da quei serbi a favore dei quali si erano idealmente schierati, non accettando di allearsi con la guerriglia albanese. Con un istinto di sopravvivenza impressionante, modificano e adattano vecchie Citroen, 2CV e Dyane in disfacimento, raccolte e comprate in giro per le strade. Auto indistruttibili, dalla meccanica formidabilmente elementare: via carrozzeria, via sedili e ogni altro accessorio inutile, persino il serbatoio, sostituito da una bottiglia di plastica, l’auto è ridotta motore e volante, con una carretto sistemato come traino. Così la macchina diviene compagna di lavoro, usata per raccogliere carta, vetro e ogni altro prodotto riciclabile e rivendibile. “È tutto quello che ho… ci possiamo pure dormire dentro, tutta la famiglia”; dice Adem.
Il film è essenziale e preciso come una cronaca eppure carico di energia. Mostra l’aspetto più positivo di questa comunità, il lato creativo, ottimista e, in qualche modo, operoso. Restano sullo sfondo, ma non nascoste, le condizioni di vita precarie; lo stato di abbandono materiale e scolastico dei bambini; l’instabilità delle famiglie.
Il regista Boris Mitić sottolinea come l’esperienza di aver girato questo gli abbia resto evidente “il divario tra una mentalità dell’arrangiarsi e della precarietà, che non può più trovare spazio né ascolto nella società di oggi”. Eppure anche lui, trentatreenne serbo dall’aria apolide, barba e capelli lunghi e biondi, sandali, bermuda e zainetto da turista anche la sera della proiezione, ha scelto in qualche modo la libertà. Dopo aver lavorato cinque anni come giornalista presso una agenzia di stampa francese, si è messo dietro alla macchina da presa: “Questo film è un ottimo esempio che chiunque può diventare un regista. Un film – prosegue – girato per caso e, appena distribuito, diventato in due settimane il più copiato dei Balcani.” A giudicare dalla lunga lista di partecipazioni e premi ottenuti finora da questo e dai suoi successivi lavori, si direbbe che comunque l’originalità paga.
La pellicola è stata presentata in prima visione per l’Italia martedì 21 settembre 2010, serata conclusiva di “Up Stairs”, rassegna cinematografica estiva realizzata da Franti- Nisi- Masa in collaborazione con Torino Spiritualità. “Up Stairs” unisce eventi cinematografici di particolare interesse alla scelta di ambientazioni cittadine di rara bellezza, suggestione e originalità.
Pretty Dyana – A Gypsy recycling saga – Una saga zingara del riciclo
Documentario – Regia di Boris Mitić – Serbia 2003, 45’