La mostra, a cura di don Gianmatteo Caputo, direttore del Museo Diocesano, si presenta come occasione unica: nata dal restauro in corso del Palazzo Patriarcale, che ha richiesto lo spostamento di tutte le opere ivi ospitate, è un’opportunità straordinaria per rendere visibili dei capolavori difficilmente fruibili dal grande pubblico.
Organizzata dal Patriarcato di Venezia – Ufficio Promozione Beni Culturali e dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Veneziano, con la Soprintendenza per i Beni Architettonici, per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico di Venezia e Laguna, con la Procuratoria di San Marco, e da Arthemisia, la mostra è sotto il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Veneto, della Provincia e del Comune di Venezia oltre a quelli della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e della Conferenza Episcopale Italiana.
L’allestimento e le ricerche svolte hanno offerto la possibilità di conoscere meglio questo patrimonio, che verrà ripresentato e valorizzato ricreando la sua collocazione all’interno del Palazzo Patriarcale nel percorso espositivo. Richiamando il contesto originario, l’allestimento consente inoltre una lettura più autenticamente iconografica e, in molti casi, agiografica dei soggetti.
La mostra presenta le opere ospitate nel Palazzo Patriarcale, residenza del Patriarca di Venezia. Una collezione che raccoglie opere dal Quattrocento all’Ottocento, provenienti soprattutto da chiese soppresse o non più aperte al culto, oltre a donazioni e prestiti temporanei. Fra le numerose opere il nucleo principale è costituito dal ciclo di tele sulle Storie di Santa Caterina d’Alessandria di proprietà della Soprintendenza per il Polo Museale veneziano , realizzato da Jacopo Tintoretto e bottega, e proveniente dalla chiesa veneziana omonima. Accanto a queste, la Natività di Giambattista Tiepolo, della Basilica di San Marco, ed altre significative tele di Palma il Giovane. Nell’insieme, si tratta di un nucleo prestigioso che, con altri esempi in parte inediti e sconosciuti, rende l’esposizione un evento a maggior ragione straordinario.
IL CICLO DI SANTA CATERINA
I sei episodi della vita della santa sono narrati con la tecnica luministica e l’inconfondibile stile di Tintoretto e dei suoi aiuti.
Il ciclo, nella sua collocazione originaria sulle pareti del presbiterio della chiesa di Santa Caterina, articolava, in un’ampia narrazione, il significato della pala collocata sull’altare maggiore, Le Nozze Mistiche di Santa Caterina, smagliante opera del Veronese ora conservata alle Gallerie dell’Accademia. I teleri tintorettiani descrivevano le tappe della vita della santa, illustrando fedelmente la vicenda agiografica ricca e complessa nei toni narrativi cari alla committenza di un monastero femminile agostiniano.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Il ciclo di Santa Caterina del Tintoretto viene reso per la prima volta accessibile al pubblico nella sua completezza, da quando fu rimosso dal contesto originario.
Ma la mostra si apre con un altro capolavoro, La Natività di Giambattista Tiepolo, opera provienente dalla Basilica di San Marco, che nel Palazzo Patriarcale funge da pala d’altare della Cappella Privata. La tela del grande artista è presentata in un percorso che intende illustrare il “nuovo contesto” della collocazione dell’opera, in precedenza posta sopra la porta della Cappella di San Teodoro.
Sono altrettanto inedite le opere presenti nella Sala Rossa, nella quale il Patriarca riceve gli ospiti durante i colloqui personali. Il nome viene dal tessuto di damasco rosso che riveste completamente le pareti della stanza. La mostra ripropone il contesto della sala con tre inediti paesaggi settecenteschi e due grandi tele raffiguranti gli Arcangeli.
Nella sala successiva sono collocate le otto tele con la rappresentazione dei Profeti, opere di proprietà della Procuratoria di San Marco, anche queste quasi sconosciute, che costituiscono i bozzetti dei mosaici della Basilica Marciana, insieme alle figure dei Santi Pietro e Paolo realizzate a mosaico sulla facciata di San Marco.
Nella stessa sala altre opere presenti in varie stanze del Palazzo richiamano, con i loro soggetti, alcune delle funzioni che i luoghi ospitano: nella sala da pranzo, ad esempio, è collocata un’Ultima cena di Palma il Giovane.
L’esposizione ricrea inoltre il contesto della Cappella Privata del Patriarca, nella quale il contenuto delle opere e i temi iconografici sono tipicamente eucaristici e mariani.
Sono infine esposti i ritratti di alcuni illustri inquilini del Palazzo. Della grande collezione di ritratti di tutti i Patriarchi veneziani e Papi, sono state scelte le immagini dei tre Patriarchi del secolo scorso divenuti in seguito Pontefici: Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I.
IL MUSEO DIOCESANO
A quasi trent’anni dalla fondazione, il Museo Diocesano rivela ancora di più, grazie a questa esposizione, il suo ruolo e la sua missione. Pur nella ricchezza della sua collezione, il Museo fa spazio a queste opere per manifestare la sua centralità di polo di promozione dell’arte e della cultura per la diocesi, la città e tutti i suoi visitatori.
Uno spazio aperto, flessibile, in continua trasformazione, che non abbandona il ruolo e lo stile con cui tradizionalmente sono pensati e vissuti i musei, ma si apre anche ad una prospettiva diversa data dalla sua specificità. Questo spazio aperto e diffuso, o meglio aggregante anche altre chiese e contenitori sul territorio, promuove e valorizza l’arte sacra, insieme all’arte contemporanea, e si propone come offerta culturale di rilievo a Venezia.
Della collezione del Museo Diocesano, la mostra rende comunque visitabile la preziosa Sala degli Argenti, che è testimonianza unica del ricco patrimonio di argenteria liturgica di manifattura veneziana e non, e la Sala delle opere lignee, sulle quali primeggia una pala di Paolo Veneziano. Infine, all’esterno, non può mancare una visita al suggestivo chiostro romanico di Sant’Apollonia, su cui si affaccia il complesso che è sede del Museo Diocesano e dell’Archivio Patriarcale.
TINTORETTO, il ciclo di Santa Caterina e la quadreria del Palazzo Patriarcale
Museo Diocesano di Venezia
Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312 – 30122 Venezia
Dal 6 ottobre 2005 al 30 luglio 2006
Orari di apertura: tutti i giorni 10-18 (la biglietteria chiude alle ore 17.30)
Biglietti: intero € 8,00 – ridotto € 6,00 – scuole € 3,00;
ingresso al Chiostro di Sant’Apollonia € 1,00
Informazioni e prenotazioni: tel. 041 5229166
e-mail: museodiocesano@patriarcato.venezia.it
sito internet: www.museodiocesanovenezia.itCatalogo: SKIRA
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Ufficio Stampa Skira: Mara Vitali Comunicazione
C.so Indipendenza, 1 – 20126 Milano
Lucia Crespi tel. 02.73950962 e-mail: arte@mavico.itMostra a cura di don Gianmatteo Caputo – Direttore del Museo Diocesano di Venezia e Direttore dell’Ufficio Promozione Beni Culturali del Patriarcato di Venezia
Comitato promotore: Patriarcato di Venezia – Ufficio Promozione Beni Culturali
Con la collaborazione di:
Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Veneziano, Soprintendenza per i Beni Architettonici, per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico di Venezia, Procuratoria di San MarcoCon il patrocinio di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Veneto, Provincia di Venezia, Comune di Venezia, Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, Conferenza Episcopale Italiana – Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici