“TUTTO MAX” A VICENZA

Lo strano percorso in musica di Max Pezzali, dagli 883 alla carriera da solista

Si conferma un artista in grado di attirare un pubblico eterogeneo, Max Pezzali, in concerto ad Arzignano (Vicenza) il 23 luglio. Iniziato da poco, il tour proseguirà in diverse località italiane per i numerosi fan del cantante. Il concerto ripropone i più grandi successi, raccolti nell’album “Tutto Max”, in modo da accontentare chiunque, dai nostalgici dell’Uomo Ragno a chi ha scoperto “Eccoti” grazie al Festivalbar.

Il pubblico non è certo tra i più numerosi, ma comprende diverse tipologie di ammiratori; ci sono giovani, giovanissimi, famiglie intere con bambini che nel 1992, anno di uscita di “Hanno ucciso l’Uomo ragno” dovevano ancora nascere. Ma le melodie e le parole delle canzoni di Max Pezzali sono così orecchiabili e spesso piacevoli da ascoltare anche per la prima volta, che al concerto non si annoia neanche chi si è fermato agli 883 e si chiede “Ma il biondo dov’è?”.
Buona la scelta della scaletta, che alterna successi nuovi a quelli più vecchi, melodie lente a pezzi quasi ballabili: si parte con “Lo strano percorso”, si ricorda “Bella vera”, “La dura legge del gol” e “Un giorno così”, si fanno ondeggiare gli accendini con “Come mai” e “Come deve andare”, fino a “Il mondo insieme a te” e il recente “Eccoti”. La parte finale viene definita da Max “dance, anche se la dance non esiste più” ed è un medley che comprende la tanto attesa “Nord Sud Ovest Est”, “Tieni il tempo” e “Rotta per casa di Dio”.

Nonostante a volte la voce non sia perfetta, Max Pezzali riesce a coinvolgere i fan, grazie anche ad un’acustica molto buona e a dei bravi musicisti: la band che lo accompagna è formata da Adriano Martino (chitarra acustica), Ernesto Ghezzi (tastiere e vocoder), Franco Cristaldi (basso), Max Furian (batteria) e Paolo Carta (chitarra elettrica). L’artista pavese e la sua band offrono più di due ore continue di concerto, ma poche sono le variazioni sugli originali, c’è qualche incertezza nella scaletta e gli spazi di interazione con gli spettatori sono ridotti: Max si limita alle introduzioni –un po’ banali- delle canzoni, ai ringraziamenti e ai complimenti al pubblico, che lo anticipa sul ritornello di “Nessun rimpianto” (in effetti per il resto non sembra che ci tenga a sentire cantare i fan…).

Gli 883 non esistono più, la vita del cantante è cambiata anche grazie al recente matrimonio, ma le canzoni di Max riescono sempre ad accompagnare l’adolescenza di molti ragazzi, con parole semplici, vicine al parlato, che rispecchiano eventi della vita quotidiana di ciascuno, dagli amori sfortunati alle corse in motorino, fino all’onnipresente sincera amicizia.