Orizzonti 2015
Una famiglia parigina composta da padre, madre e figlia ventenne, si trasferisce a Mumbai e alloggia all’hotel Taj Mahal in attesa di trovare un appartamento. Louise, la figlia, si troverà da sola in albergo la notte del 27 novembre 2008, quando un gruppo di terroristi metterà sotto scacco l’intera città con degli attacchi simultanei e brutali, uccidendo più di 300 persone.
È bene mettere in chiaro da subito che l’attacco terroristico, seppur realmente accaduto, non è altro che un MacGuffin che non ha alcuna rilevanza ai fini della storia. Non aspettatevi quindi alcun coinvolgimento o presa di posizione politica e sociale: il focus del film sono unicamente i rapporti interpersonali tra i membri della famiglia, separati in una circostanza eccezionale e in contatto solo tramite un cellulare.
Togliendo quindi l’aspetto socio-politico cosa resta? Potrebbe restare un buon thriller-action, il soggetto si presterebbe con facilità, e questa sembra la strada che il regista decide di prendere. Purtroppo, però, all’incrocio con la verosimiglianza, il film manca la curva e prosegue dritto per la via della comicità involontaria.
L’espressione di Stacy Martin, apatica e con quel mezzo sorriso sprezzante che abbiamo potuto apprezzare durante tutto Nynphomaniac, viene coerentemente mantenuta anche in questo film, sia quando va a zonzo per le strade di una città sconosciuta, che quando deve nascondersi dai terroristi in un albergo in fiamme senza via di fuga. Già qui si intuisce un problema. Che viene ulteriormente accentuato durante le telefonate con i genitori, intrappolati nel traffico caotico della città mentre cercano di tornare verso l’albergo (cosa un consulente aziendale speri di fare contro dei terroristi armati, non ci è dato sapere, dato che non è Liam Neeson): il tono e, soprattutto, le espressioni dei protagonisti si addicono di più a una telefonata che dice “scusate farò tardi per cena” che non “mamma, papà, sono intrappolata in hotel e ci stanno ammazzando tutti, forse non vi vedrò mai più”. Ci sono alcuni momenti di tensione costruiti bene, quando Louise striscia per la camera per prendere il caricatore del cellulare prima e i terroristi sono alla porta che cercano di entrare, per esempio, ma purtroppo tutta la tensione lì accumulata si esaurisce in un niente di fatto, come un sufflè che si smonta.
Non sappiamo indicare il punto preciso in cui il film perde credibilità. Forse quando la madre strappa di mano il telefono al padre e comincia cantare una ninna nanna a Louise, che, giustamente, la manda a quel paese chiedendole se si sia rimbambita. O quando la nostra eroina gira in un hotel sotto attacco a piedi nudi, senza mai prendere in considerazione l’ipotesi di indossare delle scarpe nell’eventualità di un tentativo di fuga (d’altro canto Die Hard dimostra che le scarpe nei film d’azione sono sopravvalutate). Oppure quando entra in scena la Rohrwacher, e la mondanità della conversazione fra le due prende una piega talmente surreale che ci si aspetta si scambino i segni zodiacali e i numeri di telefono mentre l’hotel brucia dietro di loro. L’inutile attenzione al dettaglio di una maniglia per aprire le finestre della stanza, senza che questa abbia poi alcuna rilevanza. Louise che all’ultimo momento durante il salvataggio da parte dei pompieri rientra nella camera in fiamme per recuperare la sua macchina fotografica. E non voglio nemmeno entrare nel merito dei 5 finali di troppo in un film dove uno solo sarebbe ampiamente bastato.
Insomma, è un’occasione sprecata sotto molti punti di vista. Il soggetto, che è tratto da una storia vera – Louise esiste realmente e si è trovata davvero prigioniera in quell’occasione – avrebbe potuto fungere da base per un racconto politico, una riflessione sulla profondità dei rapporti familiari, un action deciso. Il risultato invece è un film tragicamente comico, in cui i protagonisti non riescono in alcun modo a esprimere la drammaticità degli eventi vissuti, né a intrattenere lo spettatore a sufficienza per fargli dimenticare le mancanze dell’opera.
Titolo originale: Taj Mahal
Nazione: Francia, Belgio
Anno: 2015
Genere: Drammatico
Durata: 89′
Regia: Nicolas SaadaCast: Stacy Martin, Louis-Do de Lencquesaing, Gina McKee, Alba Rohrwacher, Fred Epaud
Produzione: Ex Nihilo, Artémis
Data di uscita: Venezia 2015 – Orizzonti