L’esposizione dedicata ad Aldo Manuzio ci permette di scoprire la figura di un importante tipografo ed editore “moderno” che nel ‘500 con le sue innovazioni tecniche e culturali ha segnato il mondo del libro a stampa.
Il percorso espositivo mette in evidenza lo straordinario clima culturale che contraddistingue Venezia in quel periodo, attraverso l’intreccio di capolavori dell’arte rinascimentale, manoscritti, libri a stampa e umanisti di rilievo con cui Manuzio interagisce (Pietro Bembo, Erasmo da Rotterdam, Ermolao Barbaro…).
La mostra si apre con il confronto tra una delle prime grammatiche greche stampate da Aldo e il frammento di una scultura ellenistica rimaneggiata da Tullio Lombardo, per affermare l’importanza del restauro delle fonti antiche. Il logo scelto dallo stampatore per le sue pubblicazioni (un delfino attorcigliato ad un’ancora), l’ideazione di un catalogo dei suoi titoli e l’inserimento della prefazione lo rendono un vero editore moderno.
La parte dedicata alla Grecia classica comprende uno dei raffinati tomi di Aristotele pubblicati in lingua originale grazie alla sua preziosa ideazione del carattere greco per la stampa. Si susseguono dei confronti tra testi di autori greci come Luciano e le iconografie riscoperte da artisti come Dürer, Jacopo de Barbari e Lorenzo Lotto, proprio a partire dalla diffusione dei classici. La sezione dedicata al “romanzo archeologico” Hypnerotomachia Poliphili ci fa conoscere uno dei primi libri illustrati della modernità, importante per il carattere corsivo aldino, la presenza delle immagini e la forma raffinata delle pagine.
I meravigliosi tascabili diffusi da Manuzio, come quelli di Giovenale e di Virgilio, spesso miniati, si pongono in relazione con gli interessi dei collezionisti dell’epoca che richiedono ad artisti quali Giovanni Bellini e Cima da Conegliano delle opere allegoriche e mitologiche da inserire in oggetti d’uso quotidiano. Un altro importante capitolo della mostra è dedicato alla riscoperta della natura come emerge dalle opere La Tempesta di Giorgione, Orfeo ed Euridice di Tiziano e Pastore che munge una capra di Andrea Riccio, a partire dalla pubblicazione di testi classici legati alle atmosfere bucoliche e campestri.
Notevoli sono anche i ritratti di Erasmo da Rotterdam e Luca Pacioli entrambi presenti a Venezia nel 1508, il primo per la pubblicazione dei suoi Adagia affidata ad Aldo, il secondo per una conferenza sul sapere scientifico a cui parteciparono i più illustri umanisti. La rassegna si conclude con un dialogo stimolante tra alcuni volumi e i ritratti di lettori del ‘500 (realizzati da Parmigianino, Lorenzo Lotto, Palma il Vecchio e Tiziano) che ribadiscono come grazie al fondamentale apporto di Manuzio il libro tascabile fosse diventato un oggetto indispensabile, una vera fonte di piacere per gli uomini facoltosi del tempo.
Aldo Manuzio
il rinascimento di Venezia
19 marzo – 19 giugno 2016
Gallerie dell’Accademia di Venezia
Curata da Guido Beltramini, Davide Gasparotto, Giulio Manieri Elia
Promossa dal comitato regionale per il V centenario della morte di Aldo Manuzio