“another evening: venice”

Lo svelamento della sorpresa

Una nuova serata a sorpresa firmata da Bill T.Jones, si è svelata ieri sera agli occhi degli spettatori: dopo Londra, Parigi e New York, la Arnie Zane Dance Company ha prescelto il Teatro alle Tese dell’Arsenale di Venezia, omaggiandolo di un’Another evening, titolo della serie itinerante di spettacoli che i danzatori rivolgono di volta in volta a singoli teatri. Another evening: Venice è in replica oggi (12 giugno) in qualità di spettacolo conclusivo della 7.Biennale Danza.

Si tratta di opere create ad hoc per il teatro in cui avranno luogo, che gode dell’assoluta esclusività della dedica, non riproducibile altrove.
A differenza di molti tra i numerosi lavori ideati da Bill T.Jones, a sfondo sociale e politico, Another evening: Venice ha una matrice più astratta, è un dono rivolto a Venezia, che vuol indurre a pensare, a riflettere sul destino di questa città, sul suo passato in via d’estinzione; una riflessione che, partendo da Venezia, rivolge lo sguardo al ricordo, alla memoria attribuibile a qualsiasi realtà in qualche modo temporanea. Spesso i lavori di Bill T.Jones hanno creato divergenze, se non addirittura scandalo, all’interno di critica e pubblico; questa volta, invece, danza, musica e parola si amalgamano, dando vita a un’unione che trova d’accordo interpreti e spettatori, come dimostrato dai tuonanti applausi finali.

La creazione ad hoc per il Teatro alle Tese prevede un inedito impiego della vasta superficie, di cui vengono sfruttati anche gli spazi al di fuori del palcoscenico. La prima peculiarità accoglie il pubblico all’entrata, rendendolo protagonista di una breve introduzione allo spettacolo: il percorso che conduce ai posti a sedere ricorda, infatti, una passerella, una sfilata a cui i ballerini offrono una danza di benvenuto. Quindi, a opera iniziata, i reali protagonisti raggiungono il palco da una bianca, lunga pedana, posta per l’occasione al di là delle colonne di confine tra l’area scenica e un ampio spazio solitamente lasciato inutilizzato. L’ingresso al palco procede lento, i nove danzatori avanzano in una catena corporea che, tra allungamenti e contrazioni, richiama le movenze di un lombrico. Ad attenderli in scena, sedute sulla destra, una donna e una bambina dai solenni abiti neri, probabilmente due giudici intenti a scrivere su un’agenda e scandire il tempo di tanto in tanto per mezzo di un triangolo. All’angolo, un musicista mascherato di nero dà forma a una polimorfa atmosfera sonora, da malinconiche canzoni a lievi sonorità ambientali, passando per lunghi silenzi.

L’atmosfera fa pensare a un provino, dove i ballerini, in comodi abiti colorati, si esibiscono ora in gruppo, ora a coppie, trii e assoli, di fronte alle due figure femminili che annotano giudizi. Il sudore, la fisicità, l’ardore che trapela dai giovani corpi, lasciano intendere il cospicuo impegno nella prestazione, e comunicano al pubblico tutta l’energia che una danza esperta è in grado di trasmettere.
Nella parte finale, un flusso vocale si mescola al movimento: brevi frasi esclamate, urlate al microfono che, nella coralità del gruppo, prendono una forma simile a un rituale cantato. Imperativi inviti ad andare (go), andare in macchina (get in the car), andare al lavoro (go to work), ora di andare a casa (time to go home), andare a letto (go to bed); fragile, ecco il giudice (here comes the judge), vai, vai, vai (go, go, go).
La multietnicità che differenzia i componenti della compagnia, rapportata allo stretto e solidale legame che unisce il gruppo in questo spettacolo-provino-competizione, è un ulteriore omaggio, oltre che a Venezia, ai tentativi di integrazione auspicabili, ma purtroppo spesso ostili, più che mai urgenti nell’attuale contemporaneità.

Another Evening: Venice/Arsenale (2010) [prima assoluta]
ideazione e direzione Bill T. Jones – coreografia Bill T. Jones con Janet Wong e i membri della Compagnia – musica e sound design Sam Crawford – scene Bjorn Amelan – luci Robert Wierzel e Laura Bickford – costumi la Compagnia
testo originale Bill T. Jones – voce del bambino Mieke Matteson
testi e musica ulteriori: The Battle Hymn of the Republic di Julia Warde Howe, 1861 / The Soldier’s Faith di Oliver Wendell Holmes, Jr., pronunciato alla Harvard University, Memorial Day, 30 maggio 1895 / Red River Valley di James J. Kerrigan, 1896 / Dixie di Daniel Decatur Emmet, anni ’50 del 1800
Another Evening: Venice/Arsenale è stato sviluppato durante una residenza al Bard College in parte finanziata dal New York State Council on the Arts, agenzia di Stato in collaborazione con ATER – Associazione Teatrale Emilia Romagna, IMG Artists NY e Gillian Newson Associates
www.billtjones.org