Arshile Gorky – nato Vostanik Adoian – a 16 anni emigra negli Stati Uniti per ricongiungersi con il padre, il giovane è scappato prima dalla natia Turchia dove un terribile genocidio stava decimando gli armeni e in seguito pure dall’Armenia, la terra dove ha visto la madre morire di stenti. In America Arshile studia arte all’Accademia di Boston e a 21 anni si trasferisce a New York, nella Grande Mela entra in contatto con la fervente comunità artistica della metropoli, diventando amico di Stuart Davis e Willem de Kooning. Nonostante sia stato uno degli artisti più rilevanti dell’astrattismo americano, non è conosciuto dal grande pubblico quanto alcuni suoi colleghi.
La ricca esposizione alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro – prima completa retrospettiva del pittore in Italia – aiuta il visitatore a comprendere il percorso dell’artista. Le prime due sale dell’esposizione dimostrano, attraverso differenti tele, la passione che spinge Gorky a una costante ricerca espressiva: il suo amore per Cézanne, i primi passi con il movimento cubista e poi l’attenzione rivolta a singoli artisti come Paolo Uccello e Ingres unito all’interesse per i contemporanei. Nei ritratti pervade una sacralità monumentale che richiama senza dubbio Picasso, successivamente nelle varie nature morte intravediamo Miró e Léger. Nella terza stanza, osservando i materiali disposti nelle teche, il quadro diventa più chiaro: studi, ricerche, influenze, ricordi tutto serviva a formare la poetica di Gorky e quanto esposto ne testimonia l’incredibile cultura visiva.
I tanti disegni che produceva lo aiutavano a sviluppare il suo stile; pastello e matite colorate, carboncino o inchiostro erano al servizio di una furia creativa che pian piano diventa elemento riconoscibile dell’artista. Anche qui sottopelle si intravede un altro pittore: Roberto Matta e gli universi che ruotano attorno al surrealismo. Gorky vedeva in modo differente da tutti, aveva studiato e sperimentato diversi stili ma infine ciò che emerge nelle sue tele è proprio un profilo surreale, non a caso Breton – anche lui immigrato in America – si recava ospite a casa sua. Una sera durante una cena Breton chiese all’artista di spiegargli cosa vedeva e Gorky, tenendo in mano una foglia di carciofo, disse che non vedeva una foglia, ma un gufo.
Gorky “sente la natura viva” – come sostiene la moglie nel film The eye spring (visibile in mostra) – e possiede la capacità di fondere diversi ricordi, soprattutto immagini di paesaggi interiori e esteriori: l’Armenia dell’infanzia e l’America selvaggia del presente in Virginia o Connecticut.
Pastoral, Anti-Medusa, Apple Orchard contengono un’esplosione di vita, diventiamo spettatori inerti davanti a tanto colore, stupiti dalla materia che cola e copre il supporto. Al tempo stesso avvertiamo un sottile dolore che corre in quelle cascate di colore, in Waterfall ad esempio, dove le pozze di giallo si mischiano a ruscelli di verde e la vita e la morte si uniscono in poesia.
Le tele dell’ultimo periodo: The Liver Is the Cock’s Comb, One Year the Milkweed, Landscape-Table sono capolavori che mantengono la freschezza della contemporaneità, poiché sono avvisaglie del suo tempo – quando De Kooning dichiarava che Pollock in fondo aveva rotto il ghiaccio con il dripping – ma sono pure testimoni del nostro presente, che possiamo ben intravedere in quella matassa caotica di colore e forme che è la vita.
ARSHILE GORKY 1904 – 1948
Dal 9 maggio al 22 settembre 2019
Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Santa Croce 2076 (fermata vaporetto: San Stae), Venezia
Orari
Dal 1 aprile al 31 ottobre: 10.30 – 18 / dal 1 novembre al 31 marzo: 10.30 – 16.30. Chiuso il lunedì
Biglietti
Intero: 14,00 euro / Ridotto: 11,50 euro / Gratuito: Residenti e nati nel Comune di Venezia; bambini da 0 a 5 anni; persone con disabilità e accompagnatore; Guide turistiche abilitate in Italia che accompagnino gruppi o visitatori individuali; per ogni gruppo di almeno 15 persone, 1 ingresso gratuito (solo in caso di preacquisto); docenti accompagnatori di gruppi scolastici, fino ad un massimo di 2 per gruppo; membri ICOM; titolari AMACI Card; partner ordinari MUVE; volontari del Servizio Civile del Comune di Venezia; possessori MUVE Friend Card, soci dell’associazione “Amici dei Musei e Monumenti Veneziani”; possessori di Art Pass Venice Foundation e Fondazione Venetian Heritage.
https://capesaro.visitmuve.it/it/pianifica-la-tua-visita/biglietti/