“Cinquant’anni fa, a piazza Fontana, l’Italia perse l’innocenza. Nulla sarebbe mai stato come prima. La ricostruzione, il boom economico, i dolci anni Sessanta non torneranno più, inghiottiti da un cratere prodotto da 7 chili di tritolo nel salone centrale di una banca”.
Colpiti al Cuore si apre con l’immagine della lapide commemorativa a Giuseppe Pinelli, posta in un aiuola vicino alla Banca dell’Agricoltura. L’anarchico Pinelli, la diciassettesima vittima innocente, morto qualche giorno, ma nella questura di Milano.
Piazza Fontana, 16 morti, 82 feriti, uno squarcio che sanguina ancora.
Alessandro Bignami racconta gli anni di piombo utilizzando il cinema come mezzo di storia.
E lo fa a partire dal titolo riferimento a Colpire al Cuore (1982) di Gianni Amelio “Il film che mi ha fatto più paura mentre giravo”, ammette il regista intervistato da Bignami.
“Un film estremamente privato e schivo che invita a osservare la Storia a partire dalla propria storia” per citare E. Martini.
Da Una domanda di Conversazione nella Cattedrale di Mario Vargas Llosa, uscito l’anno della strage di Piazza Fontana, 1969, “in quale momento è andato a farsi fottere il Perù?”, Bignami si domanda in quale momento è successa la stessa cosa all’Italia.
Domanda che pone oltre ad Amelio, Marco Tullio Giordana, Marco Bellocchio, Wilma Labate, Giovanni De Luna, Renato De Maria, Giuseppe Genna, Paola Pegoraro Petri.
Bignami, sceneggiatore, docente di Sceneggiatura Cinematografica e Televisiva, si serve del Cinema per ricostruire la memoria storia di quegli anni. E riesce nel suo intento grazie ad un uso sintetico e ottimo montaggio di alcune immagini di repertorio e tanti spezzoni di film, che vogliamo citare tutti Romanzo di una strage (Marco Tullio Giordana, 2012); Nell’anno del signore (Luigi Magni, 1969); Le mani sulla città (Francesco Rosi, 1963); Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Elio Petri, 1970) Giù la testa (Sergio Leone, 1971); Vamos a matar companeros (Sergio Corbucci, 1970); La polizia ringrazia (Steno, 1972); La prima linea (Renato De Maria, 2009); Buongiorno notte (Marco Bellocchio, 2003); Maledetti vi amerò (Marco Tullio Giordana, 1980); La meglio gioventù (Marco Tullio Giordana, 2003); La mia generazione (Wilma Labate, 1996);Signorina Effe (Wilma Labate, 2007) Colpire al cuore (Gianni Amelio, 1982); Il muro di gomma (Marco Risi, 1991).
Conoscere e capire quegli anni è un valido strumento per capire la mutevole realtà di oggi.
Per questo consigliamo la visione non solo di questo documentario, ma anche di tutti i film citati.