Con la Conferenza stampa delle ore 11 del 20 aprile inizia ufficialmente la 59. Esposizione Internazionale d’Arte “Il Latte dei Sogni” (Venezia, 23 aprile > 27 novembre 2022). Sono intervenuti in conferenza, esponendo il progetto e rispondendo alle domande della stampa, Roberto Cicutto, Presidente della Biennale di Venezia, e Cecilia Alemani, Curatrice della Biennale Arte 2022.
Cicutto ha raccontato le difficoltà di un lavoro svoltosi in pieno periodo di pandemia. Pandemia che ha spostato la data della manifestazione di ben un anno. L’anno 2021 è stato, infatti, l’anno della Biennale Architettura. Inoltre in questo momento la Biennale d’Arte si trova in una fase ulteriormente complicata dall’aggressione russa in Ucraina. Cicutto ha sintetizzato i motivi della mancata partecipazione della Russia all’esposizione, ovvero per la volontaria dimissione di artisti e curatore ed ha confermato che il Padiglione Ucraino sarà, invece, regolarmente aperto e l’Ucraina godrà anche di una postazione dedicata chiamata “Piazza Ucraina”, un’installazione progettata dall’architetta ucraina Dana Kosmina allestita allo Spazio Esedra dei Giardini.
Il Presidente Cicutto ha poi ricordato che dal 2021 la Biennale di Venezia ha avviato un percorso di rivisitazione di tutte le attività secondo principi di sostenibilità ambientale, che per il 2022 porterà alla estensione della certificazione della “neutralità carbonica”, ottenuta nel 2021 per la 78. Mostra del Cinema, a tutte le attività programmate dalla Biennale, quali appunto la 59. Esposizione Internazionale d’Arte, i Festival di Teatro, Musica e Danza e la 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Quest’anno in Biennale sono previste, inoltre, le attività dei College e la costituzione del Centro Internazionale della Ricerca sulle Arti Contemporanee, strumenti di crescita per artiste e artisti.
Cecilia Alemani ha arricchito gli argomenti trattati parlando degli tanti ospiti di questa edizione: “La mostra diventa qualcosa di miracoloso dopo il periodo difficile e le condizioni estreme di lavoro. Se pensiamo che la Biennale è slittata solo una volta in passato, ma era il 1944 durante la seconda Guerra Mondiale”. E’ giusto però, che l’Arte conduca verso una parvenza di normalità e, pure lavorando in condizioni assolutamente complesse, questi artisti e questi curatori hanno sentito il forte senso di responsabilità e la necessità di comunicare Arte. La Alemani in conferenza ha ringraziato le Artiste e gli Artisti, il team Curatoriale e il Team di Biennale che rende ormai leggendaria la Biennale di Venezia. Ha parlato della collaborazione entusiasmante con Cicutto e ringraziato ancora Paolo Baratta.
Il mondo è cambiato e il mondo continua a cambiare. Viviamo in tempi interessanti e che sono anche tempi inquieti.
La mostra è nata in un momento diverso, durante un’altra crisi. Ora l’esperienza dell’arte dal vivo è centrale e necessaria, dopo mesi di isolamento, mesi trascorsi davanti al monitor di un computer, anche se a parlare del progetto degli artisti. Ecco dunque, che questa edizione propone una mostra estremamente fisica, che richiede la presenza fisica dei visitatori. Poiché quello che più è mancato è stato proprio il fatto di toccare col corpo l’arte e annusarla.
Cecilia ha spiegato così il titolo scelto per la mostra: “Il latte dei sogni” è tratto da un libro di favole di Leonora Carrington (1917-2011), un mondo magico nel quale la vita si rinnova attraverso il prisma dell’immaginazione. La mostra di questa edizione si svilupperà intorno a tre aree tematiche: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra gli individui e le tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra. Distribuite lungo il percorso espositivo al Padiglione Centrale e alle Corderie, cinque piccole mostre tematiche a carattere storico costituiranno una sorta di costellazioni. Cinque capsule del tempo che rappresentano mini mostre. Di queste tre saranno al Padiglione Centrale e due all’Arsenale, su tematiche in sintonia con quelle della mostra. Saranno allestite in modalità differente rispetto al resto dell’esposizione: con moquette, carte da parati come per creare una dimensione temporale differente. Passato e contemporaneo insieme, per ritrovare similitudini e contatti.
Ci sarà, come più volte raccontato in questi mesi, una maggioranza di artiste donne, per il grande fermento mondiale di arte al femminile in un mondo che mette in crisi il modello centrato sull’uomo. Ci sarà la presenza di tecnologia, strumento che ci ha avvicinato e separato. Tutto in un sistema di dipendenza simbiotica tra elementi. La mostra vedrà le opere di 213 artiste e artisti provenienti da 58 nazioni. Sono 26 le artiste e gli artisti italiani, 180 le prime partecipazioni nella Mostra Internazionale, 1433 le opere e gli oggetti esposti, 80 le nuove produzioni.
E’ stato illustrato nel corso della conferenza il progetto grafico, rappresentato da 4 diverse immagini che riprendono un dettaglio significativo: gli occhi, che sono la porta del corpo, rappresentati in quattro opere esposte in mostra.
Queste immagini saranno utilizzate anche per il catalogo, un volume ricco di interventi critici e accademici, tra i quali il testo della filosofa Rosi Braidotti, citata da Cecilia Alemani, che nel pensiero postumano vede “la fine della centralità dell’uomo, il farsi macchina, il farsi terra”.