Ma Révolution, categoria +13, di Ramzi Ben Sliman, è un film francese che racconta la storia di Marwann. Questo quattordicenne non prende parte al gruppo di sostenitori della Primavera Araba a Parigi, lui è preso solo dai suoi problemi. A causa di un equivoco, diventa il volto della primavera araba e intraprende un viaggio in sé stesso per conoscere anche le sue radici. Questo è il primo lungometraggio del regista, che è docente di matematica all’università. “Ciò che inizialmente ha acceso in me il desiderio di realizzare questo film è stata la Primavera Araba: il sacrifico di Mohamed Bouazizi. Esattamente il contrario di quel che fa il personaggio di Marwann. Egli approfitta dell’evento storico solo per attirare l’attenzione di Sygrid della quale si è infatuato. L’altra motivazione è più personale, la rivoluzione ha sollevato in me questioni riguardanti il mio io: un francese, figlio di immigrati tunisini. Ho partecipato alle manifestazioni parigine sentendo di appartenere ad un Paese che in fondo non conosco. Mentre scrivevo la sceneggiatura ho dovuto ammettere la complessità di quel senso di appartenenza e l’ho legato al percorso di Marwann. Marwann viene proiettato nel turbine degli eventi e dovrà domare i suoi sentimenti, comprendere, sperimentare, crescere.”
Mellow Mud. Raya di Renārs Vimba, in concorso nella categoria +16. Raya, diciassettenne della Lettonia, vive con la nonna e il fratello minore Robis in una regione rurale, ad un certo punto si trova a dover prendere decisioni difficili anche per una donna adulta. Renārs Vimba, regista del film, ha già girato Allē nel 2006 e i corti Father Puppet e Mols nel 2009, attualmente lavora al suo prossimo lungometraggio Sanctus.
“Ho immaginato questo mondo attraverso gli occhi di una ragazza fragile – ha spiegato il regista – che superando ogni ostacolo, è pronta ad affrontare tutto ciò che minaccia il suo vivere. Sono entrato in sintonia col suo idealismo, la sua franchezza, e il suo coraggio; non dovevo far altro che seguirla e, lasciando da parte motti appariscenti e false ambizioni, proporlo allo spettatore nel modo più veritiero possibile. Mi auguro che questo film, così come il mondo abitato dai suoi personaggi, risulti semplice, diretto, bello e complicato allo stesso tempo, come del resto è la vita stessa”.
Una storia agrodolce e riuscita perché resa credibile dalla sceneggiatura e dagli attori.
Fog in August di Kai Wessel in concorso nella categoria +13, è un film ambientato nell’epoca nazista: Ernst viene mandato in uno istituto psichiatrico per aver disobbedito ad un ufficiale nazista e in quel luogo fa amicizia con altri pazienti, ma scopre che l’ospedale ha un programma di eutanasia guidata. Ernst vuole risolvere questo problema ma si ritroverà in grave pericolo. Con questo film, il regista ha vinto il Bavarian Film Award per la miglior regia nel 2016.
Basato sul romanzo di Robert Cupole, pubblicato nel 2008, non è il primo film su questo dolorosissimo tema, ma è il primo lungometraggio che racconta l’eliminazione di disabili o persone considerate impure nell’era di Hitler.