Spudorato, ambizioso, la quinta essenza del coraggio. Il cinema di Matteo Rovere osa forse come non mai negli ultimi tempi. Sì perché riuscire a incuriosire il pubblico di oggi raccontando in latino – eh si, il film è recitato tutto in protolatino con i sottotitoli in italiano – per due ore la storia della fondazione di Roma, partendo dalla leggenda di Remo e Romolo, senza risparmiare violenza e battaglie brutali, custodisce in sé la passione primordiale, istintiva, puro per questo lavoro.
Un budget di circa nove milioni di euro; la fotografia di Daniele Ciprì e la maestria nell’utilizzo della nuce naturale del luogo (il film è girato interamente in esterni, sulle sponde del Tevere); girato in formato anamorfico con lenti Zeiss arrivate appositamente dal Belgio; scritto da Filippo Gravino, Francesca Manieri e dal regista Matteo Rovere ispirandosi alle narrazioni dei grandi storici classici, Livio, Plutarco, Ovidio; 14 mesi di postproduzione; un cast che si è cimentato in ruoli fisicamente memorabili quanto impegnativi; il latino parlato è frutto di una collaborazione con alcuni archeologi e storici, semiologi della Sapienza di Roma; sequenze d’azione sono state coreografate e realizzate nei circa cinque mesi di preparazione dedicati alla pellicola; effetti visivi e speciali che nulla hanno da invidiare al panorama cinematografico internazionale.

Si parte da Albalonga, due fratelli gemelli, Remo (Alessandro Borghi) e Romolo (Alessio Lapice) sopravvivono a un’esondazione del Tevere; senza più “una casa” e i loro animali, vengono fatti schiavi, si ribellano e guidano una rivolta; sfidando il destino degli dei, si recano in un villaggio, conquistandolo.
Matteo Rovere racconta l’epica della tragedia attraverso una profonda riflessione tra fede negli dei, delirio di onnipotenza, tra superstizione e razionalità. Il primo re è un film muscoloso e cinetico, fatto di terra e sangue, esteticamente glaciale, privo di sentimento. C’è adrenalina. C’è fisicità. C’è “il dilemma eterno: è più divino chi si ribella al Dio per difendere l’amore, o il Dio che quell’amore chiede di sacrificarlo?” C’è una ricerca antropologica della lotta primitiva, istintiva alla sopravvivenza del destino del vero eroe.

“Le nostre vite ci appartengono fino in fondo? È amore o hybris quella che ci fa pensare di poter essere noi gli artifici del nostro destino? Abbiamo iniziato a far rimbalzare gli elementi l’uno sull’altro perché la storia interrogasse il mito e il mito tornasse a svelarci la sua potenza primordiale, parlasse all’oggi, ci raccontasse la radice oscura e dolorosa di un atto così potente come la fondazione del più grande impero di sempre”.
Rovere costruisce l’intensità della realtà, mette in scena uno spettacolo cruento. Non per tutti, dobbiamo dirlo.

 

 

Nazione: Italia, Belgio
Anno: 2019
Genere: Drammatico
Durata: 127′
Regia: Matteo Rovere
Cast: Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Tania Garibba, Massimiliano Rossi, Lorenzo Gleijeses, Vincenzo Pirrotta, Michael Schermi, Vincenzo Crea, Ludovico Succio, Nina Fotaras, Danilo SarappaProduzione:
Groenlandia, Rai Cinema, Gapbusters
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 31 Gennaio 2019 (cinema)