4 marzo è la data di oggi. Per una fortunata coincidenza è anche il titolo di una canzone indimenticabile, una di quelle che sono poesia e fa ormai parte della storia recente d’Italia. Quella canzone compie cinquant’anni: fu infatti presentata, al festival di Sanremo che ora, come allora, si svolge in questi giorni. Autore e interprete era Lucio Dalla, al quale è dedicato il documentario di Pietro Marcello, presentato oggi fuori concorso nella sezione Berlinale Special al festival del cinema di Berlino. “Berlino, ci son stato con Bonetti…”, cantava Lucio.

Lucio Dalla con le sue canzoni  ha reinterpretato e raccontato la storia degli ultimi settant’anni del nostro Paese. Come in un romanzo, sul filo di immagini di archivi cinematografici, scorre un’Italia in bianco e nero, contadina e povera ma bella, che si immaginava ricca appassionandosi alle imprese di Nuvolari e Varzi: e qui  La  Mille Miglia del ’46, di Lucio. Si va avanti e si scopre una partecipazione di un giovane Lucio, già adulto ma accompagnato dalla sua mamma, a una edizione della rassegna canora bolognese per bambini “Lo Zecchino d’Oro”. Ancora più avanti e si incontra Bologna, la sua amata città, e la strage alla stazione. Lucio ha saputo raccontarla con la pura arte del genio e della poesia di “Balla balla ballerino”, con una struggente disperazione (“…ferma con quelle tue mani il treno …fallo tornare indietro… “). E’ di Dalla la sigla della trasmissione “appuntamento al Cinema” dell’Anicagis, con il suo linguaggio immaginario e musicalissimo.

Al racconto “Per Lucio” contribuiscono spezzoni di interviste nelle quali è lui stesso a raccontare la sua vita, dai difficili esordi come clarinettista spiantato fino alla sua scelta musicale diversa e originale. Completano il documento le testimonianze Umberto Righi, detto Tobia, che Lucio volle che fosse suo manager “perché si fidava”, in un dialogo conviviale con il filosofo Stefano Bonaga, amico fin dalla prima infanzia. Due persone che conobbero profondamente Lucio e ne danno un ricordo personale, con la sua genialità e la sua umanità, sottolineando il profondo legame con il multiforme scrittore e poeta Roberto Roversi (Bologna, 1923 – 2012) che fu paroliere di molte delle sue composizioni.

Il regista Pietro Marcello racconta: “Da anni volevo rendere un tributo a questo grande artista, che nella sua città aveva presentato il mio film “La bocca del lupo“. Su immagini inedite proprio di questo film, che rappresenta personaggi tanto vicini alla sensibilità del cantautore bolognese, si conclude il tributo a Lucio, con le note struggenti de “Il Parco della Luna”.
Il regista ha scelto di inserire immagini e canzoni – solo alcune,  impossibile riproporle tutte ma alcune tra le meno note e meno commerciali- e il racconto di due soli amici, quelli di una vita. Ne risulta -come afferma il regista – un tributo “a” Lucio e non “su” Lucio: un artista con il quale ognuno di noi spettatori ha condiviso – attraverso le sue canzoni – momenti ed emozioni della propria vita.

Nessun riferimento alla sfera affettiva e sessuale di Lucio: ben fatto, non se ne sente affatto la mancanza.

Il film non ha ancora una data di uscita pubblica: il regista ne auspica una presentazione proprio a Bologna, quando la pandemia lo renderà possibile. La raccomandazione è di non perderlo!