Tra tutte le serie Netflix che hanno visto la luce nel 2016, quella che ha fatto più parlare di sé è sicuramente Stranger Things, serie in 8 episodi che spazia tra avventura, fantascienza e horror. Forse a seguito del successo di Stranger Things (o forse per puro caso) una delle prime serie a debuttare sulla piattaforma nel 2017 è un’altra serie horror, la dark comedy Santa Clarita Diet.

Ideata da Victor Fresco, già produttore televisivo per NBC e ABC (My Name Is Earl, Go On) la serie è un mix originale tra una tradizionale sitcom ambientata in una famiglia disfunzionale e una ben più insolita serie splatter che attinge a piene mani da un vasto repertorio di zombie movies più o meno esplicitamente citati.

Sheila (Drew Barrymore) e Joel (Timothy Olyphant) Hammond sono una tranquilla coppia di agenti immobiliari nell’altrettanto tranquilla città di Santa Clarita in California, dove vivono in un pacifico quartiere residenziale con la figlia adolescente Abby (Liv Hewson). La vita quasi perfetta (ma al limite del noioso) della famiglia Hammond cambierà radicalmente quando Sheila, dopo un improvviso e violentissimo malore, scoprirà di avere l’incontrollabile bisogno di cibarsi di carne umana, rigorosamente cruda e fresca.

Con l’aiuto dell’impacciato vicino di casa adolescente Eric (Skyler Gisondo), Joel aiuterà la moglie, che ha appena scoperto di essere una non-morta, a soddisfare il suo particolarissimo disturbo alimentare. Sullo sfondo, le vicende di una normalissima american family e dei personaggi che attorno ad essa gravitano, tra adolescenti ribelli e crisi di mezza età.

Drew Barrymore: Santa Clarita Diet. Foto di Saeed Adyani / Netflix

Il binomio non è certo inedito, ma il modo in cui Santa Clarita Diet mescola horror e commedia presenta dei tratti di originalità che oggi in una serie comedy sono sempre più rari. A profumare di nuovo è innanzitutto il modo in cui le vicende quotidiane di casa Hammond incontrano le vicissitudini un po’ meno usuali della zombie in erba Sheila (interpretata da una più che convincente Drew Barrymore, a suo agio come mai in un ruolo comico), riuscendo entrambe a conquistare l’interesse dello spettatore.

I meccanismi narrativi sono gli stessi di una qualsiasi sitcom di ambientazione familiare (genere che il creatore Victor Fresco, dopo trent’anni nel mondo dei network tradizionali, conosce come le sue tasche) in cui viene inserito con effetto straniante l’elemento horror, che non sembra però modificare eccessivamente il carattere e la personalità dei personaggi.

Sheila e Joel quindi litigheranno su dove nascondere un cadavere come prima litigavano su quale auto comprare, Abby si arrabbierà con i suoi genitori per le loro bugie a fin di bene come ogni teenager, poco conta poi se queste bugie riguardano frullati di carne umana spacciati per smoothies proteici, e così via in un sapiente mix tra plausibile e surreale.

Timothy Olyphant, Drew Barrymore: Santa Clarita Diet. Foto di Saeed Adyani / Netflix

Dal mondo dell’horror poi la serie prende, oltre ad effetti speciali di una qualità più che soddisfacente per un prodotto televisivo, alcuni espedienti narrativi che contribuiscono a dare alla serie quel tocco in più, uno su tutti il cliffhanger che va a chiudere ogni singolo episodio (compreso l’ultimo, il che fa sperare in una riconferma della serie per una seconda stagione, ad ora non ancora arrivata).

Insomma, Santa Clarita Diet, senza eccessive pretese e nonostante un battage pubblicitario non esagerato e lontano da quello che ha preceduto l’uscita di altre serie Netflix, per ora riesce a farsi notare come uno dei progetti televisivi più originali del 2017.