Una di Benedict Andrews, basato sullo script teatrale di David Harrower, Blackbird, portato in scena da Jeff Daniels e Michelle Williams, approda in competizione alla Festa del Cinema di Roma.

A teatro tutto avviene in una stanza, per sottolineare il carattere claustrofobico del testo, mentre il film parte da un flashback iniziale per darci un andamento più dinamico, che sfortunatamente si arena dopo il confronto in fabbrica fra i due.

Purtroppo Mara e Mendelshon restano intrappolati in un lavoro che non ce la fa ad arricchire la forza del testo teatrale con i mezzi del cinema e si perde di fronte alle opportunità del grande schermo, le quali si trasformano in una deminutio per la materia trattata. Quel che si legge a chiare lettere però è l’insana chimica esplosiva fra i due personaggi, in cui i ruoli della vittima e del carnefice si alternano repentinamente.

Una, Lolita moderna che seduce come in Nabokov e fa come ogni piccola donna agli albori della sua fioritura, è del tutto priva di calcolo, impensabile alla sua età. Ma a differenza del maestro russo è lei ad inseguire lui, invece di sfuggirgli. Una volta donna, Una fronteggia Ray, incapace di quel salto nel buio che lei gli regala su un piatto d’argento, proprio come si era mostrato troppo debole ai tempi della violenza, non in grado di quel passo indietro necessario e imposto dall’alto dei suoi maturi quarant’anni.

Dopo quattro anni in carcere per abuso di minore (Una ha solo tredici anni all’epoca del misfatto), Ray si rifà una vita in maniera radicale, cambia nome e si adagia su una nuova realtà piuttosto soddisfacente.

La ragazza, che lo aveva creduto addirittura la sua anima gemella, invece, non nasconde una personalità disturbata e schizofrenicamente imprevedibile, dal ricordo vivo tenuto in caldo per quindici lunghi anni, fino al confronto cercato e ottenuto.

Piena d’iniziativa, impavida e sfrontata, Una destabilizza il piccolo mondo in cui si è rifugiato il suo stupratore; temiamo voglia addirittura ucciderlo, mentre invece si tratta di una romantica illusione d’amore, anche se nevrotica e pericolosa, ieri come ora.

Il film restituisce purtroppo un’immagine al maschile davvero poco lusinghiera: siamo costretti ad ascoltare i pentimenti del pedofilo. Ma la pellicola tratta soprattutto di quanto sia difficile delineare il limite tra amare e odiare, tra responsabilità, dipendenza e libertà, tra luci ed ombre pericolose in ognuno e quanto questi piani siano mischiati in modo sempre più nevrotico nella vita di oggi. Ci lascia con molti interrogativi, specie sul marchio indelebile lasciato da certe tragedie.

Peccato che Andrews sprechi l’occasione ma l’ingenuità del suo esordio dietro la macchina da presa denuncia la sua formazione teatrale, anche se il lavoro dei due talentuosi attori vale già da solo il biglietto al cinema.

Titolo originale: Una
Nazione: Regno Unito
Anno: 2016
Genere: Drammatico
Durata: 94′
Regia: Benedict Andrews
Sito ufficiale:

Cast: Rooney Mara, Ben Mendelsohn, Riz Ahmed, Indira Varma, Tobias Menzies, Natasha Little, Tara Fitzgerald, Isobelle Molloy
Produzione: Bron Creative, Film4, Jean Doumanian Productions, WestEnd Films
Distribuzione:
Data di uscita: Roma 2016 – Selezione Ufficiale