Intervista alla cantautrice Valentina Mattarozzi

Il singolo "Senza paracadute" è l'inno dei divorziati

Presentato in anteprima al Bravo Caffè di Bologna a San Valentino il video del singolo “Senza paracadute” di Valentina Mattarozzi. Il singolo “Senza paracadute” è uscito il 26 gennaio con l’etichetta SanLucaSound, mentre a San Valentino il videoclip di questo “Inno dei Divorziati” è stato presentato in anteprima al Bravo Caffè di Bologna.

E’ la storia di tanti, e sempre di più. La storia di una coppia che scoppia. Per sempre, irrimediabilmente. Una sorta di “Inno dei Divorziati” con parole amare miscelate e amalgamate con simpatia in una musica con andamenti pop, swing e dixieland che si fondono in un ritmo brillante, divertente, trascinante come sanno fare solo le band a New Orleans e nelle piazze latino-americane.

E’ il travolgente tormentone che ci regala l’artista bolognese Valentina Mattarozzi in “Senza paracadute”, uscito il 26 gennaio in tutti gli store digitali e nei migliori negozi di dischi in versione fisica, sotto l’etichetta discografica SanLucaSound, per le edizioni de’ Latlantide Promotions. Il singolo è il terzo estratto dall’album “Vally Doo”, lanciato a novembre con brani inediti della stessa Valentina e di artisti emergenti di scuola
bolognese, con il contributo artistico di Bruno Mariani (produttore tra gli altri di Dalla, Bersani e Carboni), di Iskra Menarini e di Teo Ciavarella.

Per gioco, ma non solo, il videoclip di “Senza Paracadute”, ideato e scritto dalla stessa Valentina per la realizzazione del videomaker Mirco Mirabella, è stato presentato il 14 febbraio, festa di San Valentino, giorno degli innamorati al Bravo Caffè di Bologna. Racconta di una breve passione consumata dalla stupidità e dalla gelosia e, malgrado la decisione solenne e impegnativa di unirsi in matrimonio, i protagonisti arrivano alla
separazione e al divorzio.

Abbiamo intervistato la cantautrice per NonSoloCinema.

NSC: Chi è Valentina? Parlaci di te.

“Sono nata a Bologna, sono vivace, allegra, curiosa, ironica, a volte malinconica, sicuramente meteoropatica. Forse intelligente, ma sarebbe meglio di no, quelli che non capiscono sono più felici”.

NSC: Come nasce la Valentina artista?

“Ho iniziato a ballare, suonare, dipingere, a comporre, recitare e, solo alla fine, a cantare. Ecco, l’ultimo è stato un colpo di fulmine. Un po’ come tra Brad Pitt e Angelina Jolie”.

NSC: Quali esperienze ti hanno portata a scegliere il canto come forma di espressione?

“Una sera, dopo aver cantato una canzone, una signora mi abbracciò piangendo, dicendomi che le avevo fatto vivere delle emozioni fortissime. Questa esperienza mi dette uno slancio talmente forte che capii quello che volevo fare: dare emozioni. Sembrerebbe che con il canto, a volte, io ci riesca”.

NSC: Raccontaci il progetto “Vally Doo”. Come nasce?

“E’ stato un caso! Volevo di festeggiare con i miei compagni di viaggio (i miei musicisti) e avevo già pensato ad un progetto discografico, volevo un cd di cover pop rivisitato a swing e alcuni brani blues e jazz. Poi, per magia, in una settimana il progetto si è trasformato radicalmente. Tanti amici ci tenevano a darmi alcuni loro brani, io avevo delle emozioni da raccontare. Canzone dopo canzone è nato “il bimbo”, è stata davvero un’emozione”.

NSC: Da cosa nasce la tua musica?

“Da tante cose! Soprattutto dalle mie esperienze dirette, dalle mie emozioni…”

NSC: Quali sono gli interpreti di cui hai stima?

“Sono un’infinità. Cercherò di menzionarne il meno possibile, ma è dura. Sting, Stevie Wonder, Aretha Franklin. I miei miti però sono Freddy Mercury, Diane Schuur, Billie Holiday, Mia Martini, Enzo Jannacci, Lucio Battisti”.

NSC: Che musica ascolta Valentina?

“Sarà una cosa strana ma ascolto poca musica. Quando non devo scrivere, cantare o esercitarmi mi piace davvero tanto il silenzio”.

NSC: Generalmente come ti approcci alla scrittura di un brano?

“Non ho regole, spesso scrivo di notte, ma non è detto. L’ispirazione arriva quando meno te lo aspetti e soprattutto quando non ti imponi per forza di partorire qualcosa. Eh si, come i bambini che escono dalla pancia quando vogliono loro, così sono le canzoni. Quindi, probabilmente le canzoni vivono una loro vita propria e quando sanno che è arrivato il momento, escono”.

NSC: Normalmente quando scrivi un pezzo nuovo parti dalla musica o dal testo? Hai una qualche regola precisa?

“Non c’è regola. Di solito parto dalla musica e poi arriva il testo, mi è capitato però di farli anche insieme. In questo caso è un parto gemellare”.

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Chiara Giacobelli è una scrittrice e giornalista nata nel 1983. Si è laureata a pieni voti in Scienze della Comunicazione e poi Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. E' iscritta all'Ordine dei Giornalisti dal 2006 e ha pubblicato undici libri, tra cui il pluri-premiato saggio biografico "Furio Scarpelli. Il cinema viene dopo" realizzato insieme ad Alessio Accardo di Sky Cinema e al critico Federico Govoni. Nel 2016 è uscito il suo romanzo d'esordio "Un disastro chiamato amore" edito da Leggereditore del gruppo Fanucci. Come giornalista collabora anche con il gruppo Cairo Editore (Bell'Italia e In Viaggio), Affari Italiani, Luxgallery, oltre a tenere un blog culturale sull'Huffington Post. Il suo sito è www.chiaragiacobelli.com, oppure potete seguirla tramite Facebook, LinkedIn e Twitter.