“LO SCAFANDRO E LA FARFALLA” DI JULIAN SCHNABEL

Una vita oltre il corpo

In competizione ufficiale al Festival di Cannes 2007, il film francese del regista americano Schnabel vince il PRIX DE LA MISE EN SCENE di questa 60esima edizione.

“Dietro le tende di tela tarmata, un chiarore latteo annuncia l’avvicinarsi del mattino. Ho male ai calcagni, la testa come un’incudine e una sorta di scafandro racchiude tutto il mio corpo”.
Del film di Julian Schnabel resta l’impressione di una luce quasi accecante che attraversa un’immagine sfocata e in perpetuo movimento; una luce che evoca la vita. Difficile, per un film basato sulla storia di un uomo infermo, paralizzato, immobile come un morto.
Di lui, del suo viso, del suo corpo, non vediamo nulla, non sappiamo nulla. Lo spettatore sa e vede, nella prima parte del film, quello che gli occhi di Jean-Dominique vedono e scoprono del mondo che lo circonda. “Jean-Do” è fermo nel suo letto, imbrigliato in una “specie di scafandro” che ingloba tutto il suo corpo. E lo spettatore non è da meno, lì, nel buio della sala, immobile, desideroso di vedere cosa si celi alla destra e alla sinistra del ristretto campo visivo di cui è dotato; voglioso di valicare la porta di quella stanza d’ospedale che ha imparato a conoscere così bene.
Ma è immobile, incapace di muoversi e agire. Saranno le infermiere di turno, l’ortofonista e gli specialisti addetti alla cura di ogni singolo muscolo del suo corpo a fargli scoprire il corridoio dell’ospedale di Berck, dove regna la statua di colei che ne fu la madrina, la moglie di Napoleone; il balcone lungo e stretto con una vista che, per uno strano fascino poetico, evoca Cinecittà e le sue atemporali scenografie; e il mare.

Il film di Julian Schnabel racconta la storia di Jean Dominique Bauby, caporedattore della nota e fortunata rivista “Elle”, vittima di una malattia rara chiamata “looked-in syndrome”. Chi ne è afflitto è condannato a una paralisi dalla testa ai piedi e a essere rinchiuso all’interno di se stesso. Il suo spirito, però, resta intatto e i battiti della sua palpebra restano l’ unico modo che ha per comunicare.
All’inizio la possibilità di comunicare non libera Jean Dominique dalla prigione della sua situazione. Un giorno, però, si rende conto di non essere completamente paralizzato: oltre il suo occhio, due cose di sé restano libere di muoversi nello spazio e nel tempo, senza limiti e senza freni. Sono la sua memoria e la sua immaginazione: la prima, lo ripiomba nei ricordi familiari, quelli di suo padre, dei suoi figli e della donna che ama; la seconda lo trasporta in luoghi amati e costruisce intorno a essi fantasticherie di ogni genere.

È nel rendersi conto di questo potere che il punto di vista della macchina da presa si slega dal limitato campo visivo di Jean Dominique: entra nei suoi ricordi, nelle sue scene immaginate ed esce dai suoi occhi. Nello stesso momento Jean Do decide di scrivere i piccoli capitoli che comporranno Lo scafandro e la farfalla, il libro, tradotto in più di 25 lingue, la cui pubblicazione precederà di pochi giorni la sua morte. Quelle parole significheranno per lui la liberazione, lo doteranno delle ali di una farfalla che gli permetterà di volare oltre il letto a cui è incatenato da mesi, oltre la realtà, nel mondo del possibile.
E lo stesso succederà al film di Schanbel, che tenta di seguire il processo di liberazione del suo protagonista: dalle inquadrature mosse e sfocate che per prime si proiettano sulla schermo bianco a quelle delle immagini d’archivio, che trasportano Jean Do in terre antiche e lontane.
Julian Schnabel, il regista di questo film, è un artista multiforme, approdato nel mondo del cinema una decina di anni fa. Tutti i suoi film precedenti si ispiravano al mondo delle Belle ARti, a cui resta legato dalla sua attività di pittore: Basquiat, biografia del pittore neo-espressionista, seguito da Before nights fall, biografia dello scrittore cubista Reinaldo Arenas. Al suo terzo film è di nuovo la storia di una vita a interessarlo e, nonostante il processo di acquisizione dei diritti sia stato lungo e faticoso, Lo scafandro e la farfalla diventa la tavolozza da cui attingere nuove tonalità a nuovi ritmi.

Titolo originale: Le scaphandre et le papillon
Nazione: Francia, U.S.A.

Anno: 2007
Genere: Drammatico
Durata: 112′
Regia: Julian Schnabel
Sito ufficiale: www.lescaphandre-lefilm.com
Cast: Mathieu Amalric, Emmanuelle Seigner, Marie-Josée Croze, Hiam Abbass, Niels Arestrup, Fiorella Campanella, Jean-Pierre Cassel, Emma de Caunes, Max von Sydow
Produzione: Pathé Renn Productions, The Kennedy/Marshall Company
Distribuzione: BIM
Data di uscita: Cannes 2007
15 Febbraio 2008 (cinema)