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Crimini e misfatti dal Festival -1-

Giorno uno. In treno, Dove si parla di attacchi terroristici (fra corna e scongiuri), E della serata di Gala

Sette e ventotto, del mattino. Già si parla di cecchini sui tetti per difendere la Laguna da “probabili” attacchi terroristici. Bene, e noi che credevamo di andare ad un Festival del Cinema. Già pronti scudi, elmetti, e mimetiche per le evenienze.
Sono obiettore di coscienza. Sono perfino contrario ai film di guerra, figurarsi.

Oggi parte la Mostra d’Arte Cinematografica della città di Venezia o, più semplicemente, secondo comune vulgata, uno degli eventi cinematografici più altisonanti sulla scena internazionale.

Piccola rassegna stampa mattutina, sul treno, in attesa di arrivare al Lido. Per chi non lo sapesse, sugli Eurostar (prima classe, of course!) regalano quotidiani. Buona trovata per incentivare il mercato in crisi e invogliare alla lettura le nostre povere menti. O, magari, è solo un metodo per smaltire le copie invendute dei giorni precedenti. Fosse di ieri la mia copia del CorSera?
Mi rassereno, è fresca di rotativa.

Do uno sguardo a RepubblicaUnitàCorrieredellaSeraManifestoLiber(azione). Ah, c’è anche il Giornale di Belpietro. Nessuno è perfetto.
Gran vociare di critici e criticoni, spade di Damocle già puntate sui soliti noti. Bersagli preferiti da chi di mestiere non fa virtù. Leggiamo.

Ghezzi dalle pagine dell’Unità inaugura monologhi interiori e flussi di coscienza, ottimo rimedio per stati di veglia prolungati, insonni, o semplicemente cronici. Sconsigliati ad ipocondriaci e maniacodepressivi (il sottoscritto).

Pausa. Punto. Le ferrovie dello Stato ci offrono caffé e biscottini ad ogni sosta. Commosso ringrazio, siamo già a tre. Di caffé, intendo.

Dicevamo.

Natalia Aspesi su “Repubblica” invoca la manna dal cielo, un Leone italiano. Sergio Leone, Leone Pompucci o chi altro? Solita storia, fa notare. Anche quest’anno tra sottecchi e ammiccamenti, si cercherà di spingere il massimo riconoscimento fra le braccia di qualche italiano.
In concorso Pupi Avati. Come possiamo sperare?

Alberto Crespi, con solita e invidiabile ironia, stile aggraziato ed esperienza, racconta del Festival e dei suoi protagonisti. Consigliato agli amanti del genere. Motto, Cinefili di tutto il mondo, unitevi!

Stasera l’apertura del maestro cinese Tsui Hark (poco noto nella nostra penisola), con Seven Swords.
Da domani i primi film in concorso.

Le file, le code agli ingressi, i rimbrotti, le liti, le attese del Festival tornano a far capolino. Le rassicurazioni dei giorni scorsi sembrano non bastare. Ci prepariamo ad essere perquisiti ovunque e a tenere, come riporta certa stampa, la carta d’identità sempre in mano. Anche in toilette. Quel che si dice “al momento del bisogno”.

Prossima fermata, Venezia.
“Scusi, posso avere un altro caffé?”

pierpaolo.simone@nonsolocinema.com