Quindici minuti di applausi sinceri, commossi, indispettiti, indignati, roboanti, liberatori. Lo spiraglio delle libertà.
E’ arrivato al Festival Viva Zapatero, il documentario di Sabina Guzzanti che censura la censura e cerca di accorpare voci, suoni e pensieri di chi non ne può davvero più.
Ce n’è per tutti.
Lo strapotere mediatico di Berlusconi, il fascismo democraticizzato a forza di oscuramenti, volgarità e monopoli.
Una sinistra che non è di sinistra, un giornalismo che è solo opportunismo e viltà. Impossibile da raccontare e da concepire. Telegiornali fatti con gusto, quello creato a propria immagine e somiglianza, fra vini d’annata e lasagne al forno.
Prova a raccontare questo la Guzzanti, senza rabbia né livore. Insieme ai vari Luttazzitravagliosantorobiagi epurati e privati di dignità.
E il Festival continua per altre trenta ore, in attesa di conoscere quale sarà il Leone d’oro di quest’anno.
Presentato stamattina il film di Pupi Avati che, con sobrietà e ironia, regala a sorpresa un ottimo film.
Ma le cosmicomiche del Lido non finiscono qui.
I bagni tracimano. Al piano terra del Casinò esce acqua dalle pareti e mancano solo i gondolieri a condurci negli inferi dei pressbook e dei casellari. Ovviamente i giapponesi sono lì a fotografare.
Quando finirà tutto questo?
pierpaolo.simone@nonsolocinema.com