Giornate degli Autori
Mertklan è un giovane piuttosto insoddisfatto. È iscritto all’università senza profitto, è impiegato nell’azienda del padre, ma passa il tempo a giocare al computer più che a lavorare e con le ragazze non riesce a combinare nulla. Al contrario, il padre è un imprenditore che sa imporsi sugli altri e ottenere quello che vuole anche con la violenza e la sopraffazione. Tra i due il conflitto scoppia quando Mertkal inizia a frequentare Gül, una ragazza di origine curda. Per il padre questo è inammissibile: a suo modo di vedere, i curdi vogliono minare le basi del paese e dividerlo.
Il personaggio del padre di Cogunluk – con il suo violento maschilismo e il suo pesante disprezzo verso chi appartiene alle classe inferiori e verso le etnie minoritarie – vuole essere una figura rappresentativa della cultura turca, del suo acceso nazionalismo e del suo tradizionale militarismo. Quando il padre intima al figlio di lasciare Gül vediamo, infatti, delle bandiere turche sventolare sullo sfondo. E che il conflitto tra i due non sia solo di natura psicologica, ma rimandi a più profonde questioni politiche e identitarie viene reso evidente quando, verso la fine del film, sentiamo alla Tv il notiziario che accenna alla questione del genocidio della popolazione armena, punto nodale dell’identità della Turchia e della sua ridefinizione (la questione, come si sa, è anche uno dei punti del dossier per l’entrata del paese nell’Unione europea – le autorità turche hanno sempre negato che si sia trattato di un genocidio). La debolezza di Mertklan rappresenta dunque la sospensione dell’identità turca fra tradizioni difficili da scalfire (il padre) e spinte “modernizzanti” che sono in realtà una perdità di identità (dominano nel film luoghi impersonali e poco identificati, come centri commerciali e discoteche).
È da notare la curiosa somiglianza tra il contrasto padre-figlio di Cogunluk (padre uomo d’affari di successo e dai modi spicci, figlio timido, indolente e dalla scarsa personalità) e quello del recente film italiano La strategia degli affetti. Il regista turco sviluppa lo spunto in modo più lineare e chiaro di quanto non abbia fatto il citato film italiano e questo gli consente di controllare la trama e le relazioni tra i personaggi decisamente meglio. Si può peraltro osservare che l’intreccio soffre di una certa ripetitività (qualche taglio l’avrebbe sicuramente reso più incisivo).
Titolo originale: Cogunluk
Nazione: Turchia
Anno: 2010
Genere: Drammatico
Durata: 102’
Regia: Seren Yüce
Cast: Bartu Küçükağlayan, Settar Tanriöğen, Nihal Koldaş, Esme Madra, Ilhan Hacifazlioğlu, Cem Zeynel Kiliç, Feridun Koç, Mehmet Ünal, Guzide Balci, Erkan Can
Produzione: Yeni Sinemacilik
Uscita: Venezia 2010 (Giornate degli autori)