“ECATE”: MITO E POESIA

Passione, suggestione e calore

Al teatro Junghans di Venezia, in scena “Ecate”, per riscoprire il mito

Un nome, semplicemente un nome, Ecate, in grado di rievocare suggestioni, passioni e legami che hanno la loro origine nella leggendaria Grecia. Ecate, divinità greca, come Artemide, fu considerata signora delle ombre e dei fantasmi notturni.

E proprio a questa affascinante e misteriosa donna si è ispirato Pietro Chiarenza per scrivere e mettere in scena, con le coreografie di Fabio Pasiani, Ecate. Ovvero di una ricerca mitica tra terra, cielo e inferno.

Lo spettacolo è stato rappresentato al Teatro Junghans della Giudecca, a Venezia, all’aperto, e nonostante la rigida temperatura invernale, in molti sono accorsi ad assistervi delimitando in maniera naturale lo spazio necessario per la scena. Ecate, rappresentata così sotto le stelle, racconta della passione, della ricerca, del contatto di due anime, non vicine, ma non troppo lontane.
Un Uomo (interpretato dal bravo Fabio Pasiani), sente in un sogno una voce femminile, l’ascolta, ne è colpito; non può far altro che desiderare questa donna, il suo mistero, il suo incanto.

Ecate (Laura Montorio), questo il nome di lei, racconta all’Uomo di aver rubato il fiore rosso del primo fuoco, fiore che regola sulla terra ogni forma di luce, per averlo solo per sé. E invita così l’Uomo a seguirla, spiegandogli il modo, mostrandogli la via. Affascinato, accetta questa intensa sfida, anche se pericolosa, sarà, infatti, costretto a combattere con serpenti di fuoco, a imbattersi in molte avversità, solo per poterla rivedere.
Raggiunta in una stanza di fiamma, tra i due scoppia la passione finora sopita, e mentre lei si abbandona tra le sue braccia, l’Uomo le ruba il fiore e lo riporta sulla terra. Ma il desiderio è troppo forte e l’Uomo cerca di ritornare da lei, per ascoltarla, per stringerla di nuovo, ma Ecate, ferita, non perdona e chiude dietro di sé ogni porta.

Lo spettacolo, oltre che dai gesti e dai movimenti degli interpreti, è scandito dalle voci narranti dell’Uomo, Pietro Chiarenza e di Ecate, Alice Marinoni e dalle musiche originali composte da Michele Moi. A tutto questo si aggiunge la presenza, determinante, del fuoco, che giustifica anche la rappresentazione all’aperto. Grazie a questo importante elemento naturale tutto diventa più magico, gli spazi prendono vita, le forme si animano.

Con la collaborazione dell’associazione culturale Diecimenodieci e del gruppo8febbraio, è stata possibile la rappresentazione di Ecate, dove i destini di due anime si incrociano, si allontanano, si avvicinano, e infine si lasciano. Dove la ragione non può sfidare la passione, dove il coraggio vince le insicurezze, dove il fuoco riscalda i cuori, e dove l’inganno spegne l’amore.

ECATE – Di Pietro Chiarenza; Con: Fabio Pasiani, Laura Montorio; Voci narranti: Pietro Chiarenza, Alice Marinoni; Musiche: Michele Moi; Coreografie: Fabio Pasiani