Un teatro di posa prestato alle televendite, un produttore in crisi economica e famigliare che non sa come finanziare il film, un cast d’eccezione e una sorpresa ormai in gran parte svelata dai media: Nanni Moretti è “Il Caimano”, ma non c’è proprio niente da ridere. Da oggi nelle sale.
Bruno (Silvio Orlando) è un produttore che ha goduto di un certo riscontro popolare negli anni ’70, quando finanziava film trash di grande successo come CataRatte, Mocassini Assassini e Maciste contro Freud. Ora, al di là di qualche sterile apparizione pubblica (neanche Dino Risi lo invita più alle sue feste di compleanno!), è caduto nel dimenticatoio ed è alle prese con una grave crisi finanziaria. Come spesso succede, alla sua discesa agli inferi, si aggiunge un matrimonio in crisi (espressione tanto cara al Moretti di Palombella Rossa) con Paola (Margherita Buy), madre dei suoi due figli. Il tentativo di risalire la china arriva con la possibilità di metter su un film su Cristoforo Colombo, film però troppo costoso che viene puntualmente rimpiazzato dopo che Teresa (Jasmine Trinca), regista alle prime armi, gli consegna una sceneggiatura molto interessante dal titolo Il Caimano. Dopo una lettura veloce e distratta, senza pensarci due volte, Bruno decide di produrre il film e presentare il progetto in Rai. Quando però si accorge che il caimano ricalca la figura reale di un importante uomo politico alle prese con soldi sporchi, tangenti e mafia, nonché proprietario di tre televisioni (sappiamo tutti chi è), è già troppo tardi per fermarsi: l’ingranaggio è partito. Ma trovare qualcuno che interpreti il caimano sullo schermo è impresa ardua. Marco Pulici (Michele Placido) è un attore di successo che decide di accettare la parte, salvo sottrarsi al dovere poco prima dell’inizio delle riprese. Successivamente è la volta di Nanni Moretti in persona, che rifiuta di partecipare ad un film dalle inutili pretese, tanto chi non vuol vedere non vede lo stesso. Infine la parte spetta ad Elio de Capitani, un ritratto grottesco e caricaturale del vero caimano. Ma il film non si farà, i soldi scarseggiano e Bruno è depresso a causa dell’abbandono della moglie. Unica soddisfazione, quella di girare comunque la scena finale: il momento del processo e della condanna a sette anni del Caimano. Ma ci si libererà davvero di lui?
Ne hanno già dette di tutti i colori: detrattori da una parte a far comunella fra loro e morettiani che difendono a spada tratta l’ultima fatica del regista romano. C’è da dire che, vista la situazione, le indiscrezioni dei giornali, le pessime figure di chi nei giorni scorsi ha tentato senza successo di rivelarne la trama, i dibattiti da cineforum di serie B visti nelle serate televisive, è stata encomiabile la scelta di Moretti di non concedere nulla alla stampa e di spostare la propria attenzione sui dibattiti col pubblico. La trama, fino a ieri preclusa anche agli attori del film, ha finalmente svelato tutti i misteri. E nessuno, a conti fatti, ne aveva indovinato i contenuti, grazie anche alla politica del silenzio dello stesso Moretti. Il film non annoia, anzi diverte, fa riflettere, lascia attoniti per un finale da brivido che sa di noir e di tremendo presagio. C’è dentro tutto il cinema di Moretti, dalle canzonette anni settanta cantate in macchina all’odio irrefrenabile e giusto nei confronti del mestiere di critico (memorabile la scena di un critico culinario “abbattuto” a colpi di astici e acqua bollente). Ci sono i colori e le ossessioni di Fellini, gli studi di posa trasformati in avamposti televisivi e le soubrette in costume, i drammi famigliari raccontati con estrema dolcezza e un pizzico di follia (come nella scena in cui Bruno sale sul palco durante un concerto di musica classica in cui suona la ex-moglie), nonché le lunghe passeggiate dal tono alleniano nei pressi dell’Auditorium.
Il tutto in un film che, girato nel 2005, mette in mostra il vero volto del potere, quello recente e senza più maschere. Non più fascino e bonarietà, né lifting e trapianti, ma solo la vera natura di un uomo disperato e disposto a tutto pur di mantenere il potere. Ma anche – e soprattutto – sulla resa degli italiani, colti in un vortice che li ha travolti per malcostume e cattivo gusto, inebetiti a suon di stucchevoli volgarità catodiche che ne hanno intorpidito il cervello. Un cast stellare in cui compaiono fra gli altri Paolo Sorrentino, Jerzy Sthur, Carlo Mazzacurati, Michele Placido (eccezionale), Valerio Mastrandrea e Giuliano Montaldo, tutti bravissimi ad interpretare al massimo i loro personaggi. Silvio Orlando è delizioso, vero, un animo gentile che rispecchia in pieno i dubbi e le incertezze dell’italiano medio, quello che ha creduto – anche se per poco – al sogno della discesa in campo del 1994. Moretti ci ha portato esattamente dove voleva, nella sala di un cinema a guardare come ci siamo ridotti, abituati fino in fondo alle nostre schifezze (citazione volutamente e velatamente pasoliniana), alla nostra piccola italietta in cui si va sempre più a fondo e, non contenti, si gratta per allungare l’agonia. Un film difficile Il caimano, necessario e meraviglioso, ma allo stesso tempo inquietante e profetico. Il quarto d’ora finale, un omaggio al noir e al cinema di Elio Petri (viene citato a più riprese Gian Maria Volonté e la sua magistrale interpretazione del cittadino al di sopra di ogni sospetto), dà la virata decisiva rendendolo un gioiellino nell’opera di un autore sempre più maturo e disincantato. Magnifico.
(tutte le immagini sono state gentilmente concesse dall’ufficio stampa Nobile Scarafone)
Il caimano
Titolo originale: Il caimano
Nazione: Italia
Anno: 2006
Genere: Drammatico
Durata: 112′
Regia: Nanni Moretti
Sito ufficiale:
Cast: Silvio Orlando, Margherita Buy, Jasmine Trinca, Michele Placido, Giuliano Montaldo, Antonio Luigi Grimaldi, Paolo Sorrentino
Produzione: Sacher Film, Bac Films, Stephan Films, France 3 Cinema, Wild Bunch, Canal +, Cinecinema
Distribuzione: Sacher Distribuzione
Data di uscita: 24 Marzo 2006 (cinema)