Se – come dice una nota frase di Lacan – “un uomo che si crede re è pazzo, ma un re che si crede re non lo è da meno”, quando dobbiamo ritenere veramente pazzo il protagonista dello spettacolo che Punta Corsara ha tratto da Il signor di Pourceaugnac? Quando è da tutti – medici, guardie – riconosciuto tale in quanto appare loro come un uomo che si crede principe, in virtù degli scherzi che gli giocano i suoi antagonisti, pronti a tutto pur di scongiurare le sue nozze con la giovane Giulia? Oppure quando, nel breve prologo, è un principe che si crede principe, e quindi – tronfio e pieno di sé – agisce in accordo a tale posizione, trattando dall’alto in basso i servitori che lo aiutano ad abbigliarsi?
Ruota attorno a questo paradosso sull’identità del protagonista – perentoriamente affermata nel prologo e in seguito ripetutamente fatta a pezzi – la versione della comédie-ballet di Molière realizzata dalla giovane compagnia napoletana. Antonio Calone ed Emanuele Valenti, autori dell’adattamento, sono intervenuti ampiamente sul testo, introducendo variazioni (il origine il protagonista è un ricco signore di Limoges, in questa versione – come già accennato – si tratta di un principe di Slovacchia, mentre l’azione è trasportata da Parigi a Napoli, ecc.) e tagli (lo spettacolo dura all’incirca un’ora e venti). L’intenzione, secondo le parole di Valenti, che dello spettacolo è anche regista, è quella di rendere “omaggio alla tradizione comica napoletana” da cui Molière trasse ispirazione.
Lo spettacolo si svolge all’interno di una bella scenografia minimale costituita da pannelli mobili: in uno vicenda dominata dall’inganno e dalla messa in scena, i movimenti di questi pannelli evidenziano i mutamenti – voluti o subiti – delle identità di ciascun personaggio. Cadenzati a volte dal ritmo di un tamburo, questi movimenti rappresentano anche il respiro, l’anima della città dentro cui la storia prende corpo. Una città che si rivela inospitale e dove nessuno (nemmeno i due giovani innamorati) appare del tutto innocente. Una città che smonta implacabilmente ogni pretesa legata a ruoli e posizioni sociali (come faceva Totò con l’onorevole Trombetta), ma nella quale ognuno è poi costretto in identità precarie e incerte.
Il risultato è uno spettacolo veloce, spigliato, pieno di energia, ma anche – va detto – non sempre adeguatamente controllato dal rigore che sarebbe necessario a evitare qualche momento un po’ sguaiato.
Buona l’accoglienza del pubblico.
Il signor di Pourceaugnac. Farsa minore da Molière
Traduzione e adattamento Antonio Caione ed Emanuele Valenti
Regia: Emanuele Valenti
Con Giuseppina Cervizzi, Giovanni Del Monte, Christian Giroso, Vincenzo Semolato, Valeria Pollice, Fabio Rossi, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella.
Produzione: Punta Corsara – 369 gradi
Visto al Teatro FrancoParenti di Milano, 11 novembre 2015