“Il resto della notte” di Francesco Munzi

Profondo nord in noir

Silvana e Giovanni vivono in una grande città del nord blindati nella loro villa da ricchi borghesi. La donna soffre di depressione e nevrosi varie, che si acutizzano quando inizia a sospettare di furto la cameriera rumena, Maria, fino a licenziarla contro il volere della figlia e del marito. A questo punto comincia il peregrinare di Maria alla ricerca di un nuovo tetto, che la riporterà diritta nella tana del lupo, ovvero dall’ex-fidanzato Ionut a suo tempo lasciato “perché frequentava brutta gente”. L’uomo non ha perso le vecchie abitudini, e si barcamena tra un furto e l’altro, in combutta con il compagno di scorribande Marco Rancalli, cocainomane alla ricerca continua di facile liquidità, con la costante aspirazione di rapire il figlioletto alla madre e al “negro” con cui vive.
_ L’incrocio tra le vite di questi personaggi innescherà una spirale di violenza e aggressività che esploderà durante il tentativo di furto alla villa dove Maria aveva lavorato.

Non si salva nessuno sotto lo sguardo asettico del regista, che non si erge a giudice, e si limita a descrivere la realtà nella sua desolante crudezza.
Non si salvano i borghesi rinchiusi nelle loro ville blindatissime e schiavi della paura contro la quale la soluzione pare essere solo la resa.
_ Rispondono al clichè del ricco uguale annoiato e depresso? Forse sì, ma c’è da dire che il verismo con cui interpretano l’incomunicabilità di una coppia che non si ascolta più, un marito stanco e fedifrago, la moglie spesso e volentieri preda di attacchi di panico, va ben oltre lo stereotipo.
Non si salvano neppure i disperati di casa nostra, né quelli di importazione, uniti da progetti malavitosi, e nello stesso tempo capaci di razzismo. Anche l’ingenuo fratello di Ionut, minorenne che lavora duramente in cantiere, finisce per entrare nel gioco pericoloso degli altri, e perdere così la sua innocenza.

Il regista Munzi non lascia quindi nessuna speranza alla comunità-tipo del nord Italia di oggi, percorrendo i nostri tempi con una narrazione scarna e amara, senza alcuna illusione. A tratti allo spettatore sembra di assistere a un documentario, dove i personaggi non si muovono come attori, ma come persone vere seguite da una telecamera nascosta. Sandra Ceccarelli è molto credibile nel ruolo di moglie nevrotica dallo sguardo perso per una volta non interpretato da Margherita Buy; degna di nota l’interpretazione anche di Stefano Cassetti, talmente vero come inquieto cocainomane dall’aggressività dilagante.
Reali anche i personaggi rumeni del film, che lo spettatore segue nei quartieri fatiscenti, con cui entra nelle case imbarazzanti da quanto sono povere, e di cui ascolta la lingua non doppiata.

Presentato a Cannes 2008 alla Quinzaine des realisateurs, il film sembra avere come unico limite una sceneggiatura troppo scarna, il che potrebbe comunque rientrare in tutto l’impianto narrativo dello stesso improntato al realismo e all’essenzialità.
E come incipit, il regista mette in bocca ad un professore una frase-manifesto: “L’uomo occidentale è riuscito a ottenere tutte le ricchezze che ha sempre sognato, ma il viaggio gli ha rubato l’anima, è sfinito”.

Titolo originale: Il resto della notte
Nazione: Italia
Anno: 2008
Genere: Drammatico
Durata: 100′
Regia: Francesco Munzi
Sito ufficiale: www.01distribution.it
Cast: Sandra Ceccarelli, Aurélien Recoing, Stefano Cassetti, Laura Vasiliu, Victor Cosma, Constantin Lupescu, Valentina Cervi, Susy Laude, Teresa Acerbis
Produzione: Biancafilm
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 11 Giugno 2008 (cinema)