Forte delle sue cinque stagioni televisive e di quattro lungometraggi per il cinema, la saga di Inuyasha si appresta a diventare una delle piu longeve nel panorama dell’animazione giapponese; adattamento infatti dell’omonimo manga giapponese, Inuyasha ha saputo prendere il testimone del successo di Dragonball e sfruttarne la struttura narrativa costruita su livelli di avventura sempre piu complessi.
Nella ricerca dei frammenti della sfera dei quattro spiriti, i protagonisti si trovano ad affrontare prove sempre piu rischiose che li portano a sviluppare le oro capacita di combattimento.
Nel loro nuovo film si sfruttano appieno le caratteristiche del cinemascope arrivando alla spettacolarizzazione ed esaltazione dell’immagine.
Nonostante una struttura narrativa che incide fin dall’inizio nell’azione e dimostra la sua dimensione seriale, questo quarto film sviluppa una vicenda mai raccontata del passato del protagonista e della sua amata Kykjo collocandosi nella continuità della saga.
L’apparizione inaspettata dell’Isola di Horay riporta infatti il coraggioso mezzo demone e suo fratellastro Sesshumaru ai loro ricordi e alla maledizione che li lega all’isola su cui sono rimasti imprigionati a lungo.
Come i quattro cavallieri dell’Apocalisse della tradizione biblica, gli Shontin hanno come unico movente la distruzione della Terra.
Piegata dalle continue violenze e devastazioni, l’incontaminata isola, un tempo luogo d’incontro tra uomini e demoni, conserva solo il ricordo di un bel passato.
Unici superstiti di quel mondo utopico sono rimasti sei giovani mezzi umani e mezzi demoni discendenti da una stirpe malvista ed osteggiata.
La tradizionale metafora giapponese sulla difesa della diversità diventa inaspettatamente una sentita denuncia universale contro i signori della guerra corrosi dal desiderio di potere e incapaci di comprendere la volontà di coesistenza tra culture diverse.