Venezia 67. Concorso
In concorso alla 67. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, Ascanio Celestini presenta “La pecora nera”, lungometraggio tratto da un suo spettacolo teatrale, poi divenuto libro e, in seguito, uscito anche in dvd.
Primo film italiano di questa edizione della Mostra, La pecora nera è la storia di Nicola e dei suoi 35 anni trascorsi in manicomio.
“Il manicomio è un condominio di santi. So’ santi i poveri matti asini sotto le lenzuola cinesi, sudari di fabbricazione industriale, santa la suora che accanto alla lucetta sul comodino suo si illumina come un ex-voto. E il dottore è il più santo di tutti, è il capo dei santi, è Gesucristo”. Così ci racconta Nicola i suoi trentacinque anni di “manicomio elettrico”, e nella sua testa scompaginata realtà e fantasia si scontrano producendo imprevedibili illuminazioni. Nicola è nato negli anni sessanta, “i favolosi anni sessanta”, e il mondo che lui vede dentro l’istituto non è poi così diverso da quello che sta correndo là fuori – un mondo sempre più vorace, dove l’unica cosa che sembra non potersi consumare è la paura.”
Soprattutto la paura del buio, a causa della quale si può anche morire.
Ma quello che era, a teatro, un elogio funebre del manicomio elettrico, sul grande schermo perde quell’impatto diretto e affilato.
Celestini stesso, tra il 2002 e il 2005, ha indagato la vita e attraversato le menti dei pazienti nei manicomi e negli ospedali italiani.
Lo spettacolo debuttò nell’ottobre del 2005, frutto di un lavoro accurato, realizzato con interviste a medici, infermieri e pazienti che avevano conosciuto alcuni tra i maggiori manicomi italiani.
Come si diceva, tuttavia, la dialettica fervida del testo teatrale, tramutata in sceneggiatura cinematografica, non rende merito al lavoro di ricerca che Celestini ha compiuto.
Gli spettacoli di Celestini sono legati a una ricerca sul campo e indagano nella memoria di eventi e questioni legate alla storia recente e all’immaginario collettivo: da Radio Clandestina, in cui raccontava dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, a Fabbrica, dove narrava cinquant’anni di storia operaia attraverso tre generazioni, a Scemo di Guerra, che ha debuttato nel 2004 alla Biennale di Venezia, dove la Liberazione di Roma veniva mostrata attraverso le storie che si raccontavano nella sua famiglia.
La pecora nera, nella sua versione filmica, interpretata dallo stesso Celestini, con Giorgio Tirabassi, Maya Sansa, Luisa De Santis, è trainata dalla voce fuori campo del protagonista, che racconta la sua vita, come se fosse un tema di un bambino, qui volutamente ingenuo e ripetitivo.
Nicola ripercorre la sua vita da scolaro delle elementari, cresciuto dalla nonna, con un padre assente e frettoloso di educare e due fratelli troppo grandi per preoccuparsi.
La mamma di Nicola morì in un manicomio e dopo alcuni episodi troppo grandi per un bambino incompreso, anche lui fu accolto tra le mura di quel casermone o condominio pieno di cancelli, da scavalcare, il padiglione diciotto del Santa Maria della Pietà, a Roma.
Quest’opera vuole parlare di alienazione, nel manicomio come nella vita (il luogo di cura, ma anche il supermercato, dove Nicola viene mandato a fare la spesa. Manicomio e supermercato con le loro regole e scappatoie, abitudini e prodotti, medicine e offerte); quest’opera parla di un uomo non integrato nella società.
Ma l’originaria, funambolica e irrefrenabile corrente di parole de La pecora nera si sperde.
“Ogni creatura umana ha la sua legge; se non la sappiamo distinguere chiniamo il capo invece di alzarlo nella superbia; è stolto crederci superiori perché una persona si muove percossa da leggi a noi ignote”, scriveva Mario Tobino ne Le libere donne di Magliano
Tale concetto che risalta sul palcoscenico, che rimbomba dalle parole di Celestini, non supera la prova cinematografica, sviluppata su un dislivello emotivo, che implode al suo interno, danneggiandolo.
La storia di Nicola, narrata tra fabia e realtà, non convince, il disegno della follia sullo schermo appare chiazzato di incertezza.
Titolo originale: La Pecora Nera
Nazione: Italia
Anno: 2010
Genere: Drammatico
Durata: 93′
Regia: Ascanio Celestini
Cast: Ascanio Celestini, Giorgio Tirabassi, Maya Sansa, Luisa De Santis, Barbara Valmorin
Produzione: Madeleine
Distribuzione: Bim Distribuzione
Data di uscita: Venezia 2010
15 Ottobre 2010 (cinema)