LEONE D’ORO AD ANG LEE CON IL FILM “BROKEBACK MOUNTAIN”

I cowboy hanno la meglio su George

Il Leone d’ oro della 62. Mostra del cinema di Venezia e’ andato al film ‘Brokeback Mountain’ di Ang Lee. La Coppa Volpi per il miglior attore a David Strathairn protagonista del film ‘Good Night, and Good Luck.’ di George Clooney. La Coppa Volpi per la miglior attrice a Giovanna Mezzogiorno protagonista del film ‘La bestia nel cuore’ di Cristina Comencini. Leone d’Argento per la miglior regia a ‘Les amants reguliers’ di Philippe Garrel.

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La sessantaduesima edizione della Mostra Cinematografica di Venezia si chiude rispettando, in maniera fedele, i pronostici della mattinata. Il Presidente della Giuria Venezia 62, Dante Ferretti (premio Oscar quest’anno per le scenografie di “The Aviator”) cerca di stemperare le tensioni e i contrasti che ci sono stati all’interno del gruppo dicendo: “E’ stata una scelta democratica. La decisione è stata molto difficile per via dell’elevato numero di film belli. Da un lato è stato un onore ricoprire il ruolo di Presidente della Giuria, dall’altro è stato molto difficile sciogliere il finale”.

Il regista taiwanese Ang Lee vince il Leone d’oro con il film “Brokeback Mountain” in cui si narra, con meravigliosa semplicità, una storia d’amore tra due cowboy nell’America degli anni ’60. Il regista de “Il banchetto di nozze” si presenta alla conferenza stampa di chiusura del Festival con un atteggiamento estremamente pacato ma soddisfatto. “Negli anni ho cercato di bloccare le emozioni. Cerco di fruire di quello che vedo. E’ fantastico ricevere, attraverso questo premio, l’approvazione di un gruppo di persone così eminente. Sono cresciuto in Asia. Questa Mostra è sempre stata importante per il continente asiatico. Ha creduto fortemente in certi film. Facendo questo, ha permesso al cinema orientale di farsi conoscere e crescere in maniera notevole. Il Festival di Venezia, a mio parere, è quello più orientato verso il cinema d’autore”. Riguardo al film, il regista dice: “Dopo i film che ho fatto, avevo bisogno di realizzare qualcosa di piccolo a livello produttivo. Qualcosa che commuovesse. Una semplice storia d’amore. Sono orgoglioso di tutte le persone coinvolte nel progetto”.

“Les amants réguliers” di Philippe Garrel prende il Leone d’Argento per la Miglior Regia mentre il controverso film di Abel Ferrara, “Mary”, conquista il Premio della Giuria. I due registi si presentano insieme di fronte ai giornalisti suscitando, fin dall’inizio, una forte simpatia dovuta all’aspetto poco curato e disordinato di entrambi. Garrel si definisce, non a caso, un disertore. Uno che si defila di proposito. Il regista francese esprime un forte piacere nell’incontrare Ferrara da lui stesso dipinto come un autore internazionale. Fa, inoltre, un forte apprezzamento nei confronti di Mary in quanto capace di dire qualcosa di interessante sul rapporto tra cinema e morte. Da inconscio a inconscio. Ferrara, sia nel corso della premiazione ufficiale che di fronte alla stampa, cerca di sdrammatizzare la sua personale vittoria dicendo: “E’ la prima volta che vinco. Non so cosa sia e quanto valga. Se andassi in un negozio di pegni, non so quanto potrei fare”. ‘Mary’ rimane un film capace di suscitare sentimenti e pensieri decisamente differenti ed è forse per questo motivo che il regista americano tende a precisare: “Il film parla da individuo a individuo. Gli spettatori non sono un gruppo che mi viene addosso”.

Le Coppe Volpi vanno a Giovanna Mezzogiorno per il film di Cristina Comencini “La bestia nel cuore” e a David Strathairn nei panni di Edward Murrow (giornalista e opinionista per il network della Columbia, la CBS negli anni ‘50) nel film diretto e scritto da George Clooney, “Good Night, and Good Luck.”. La Mezzogiorno dedica il riconoscimento non solo alla regista che l’ha diretta ma anche a tutto il cast con il quale si è creata, fin da subito, una forte affinità. “Un eccezione – dice l’attrice visibilmente scossa. Molto raro il fatto che si formi una vera squadra durante la lavorazione di un film. Difficile trovare delle collaborazioni così intense e sincere. Ho cominciato a recitare a 19 anni. Sono 11 anni che lavoro e ho, anche, un’eredità non semplice da gestire. Ho cercato di fare tutto nella maniera più onesta possibile. Alle volte l’Italia fa fatica nel mondo del cinema ed è questo che mi ha spinto a metterci, sempre un forte impegno e una grande fatica. Nello stesso tempo guardo fuori dall’Italia per avere più scelte e per incontrare altre realtà. Tutti questi motivi mi portano a dire che il premio è sia italiano che internazionale. Di casa nostra ma che guarda fuori”. Interrogata sulle molte tematiche affrontate all’interno de “La bestia nel cuore”, l’attrice risponde: “Vorrei che dalla visione arrivasse questo. Da un grandissimo stravolgimento emotivo, da un terribile dolore si può conquistare la felicità o, comunque, una maggiore serenità. I due protagonisti nella condivisione delle proprie sofferenze, hanno la capacità di ritrovarsi e, in un certo modo, riconquistarsi”. David Strathairn ringrazia, invece, il Festival per aver selezionato una pellicola importante che ribadisce fortemente l’importanza della libertà (non solo d’espressione). Secondo l’attore, il film ha il grande merito di ricordare il significato della professione giornalistica e sottolineare l’importanza della verità come bene da diffondere a tutti. “L’ispirazione – dice l’attore – è venuta, interamente da Murrow, presente per quasi due-terzi della sceneggiatura. Spero che il suo operato possa influenzare i cronisti e i giornalisti di tutto il mondo. Ha fornito un vero e proprio standard etico per l’informazione”.

George Clooney, inizialmente dato come vincitore del Leone d’Oro, incassa la Coppa Volpi di Strathairn e l’Osella per la migliore sceneggiatura. L’affascinante attore si mostra tranquillo e rilassato ma è possibile percepire un leggero dispiacere per l’esito dei premi. Clooney ama ricordare che la figura di Murrow esiste ancora oggi. Magari si manifesta sotto altre forme. Basti pensare ai cronisti che si trovano in Iraq o in alcuni Stati africani. Ribadisce, inoltre, l’amore per il nostro Paese. “L’Italia è un luogo dove le cose si celebrano nel modo giusto. Questa è una grande lezione da cui è possibile imparare. Si ha il reale tempo di fare certe cose come leggere il giornale oppure portare per mano una bottiglia di vino o dei fiori”.

Da segnalare, infine, il Leone Speciale (da vent’ anni non si consegnava) andato a Isabelle Huppert e il Premio Marcello Mastroianni (giovane attore o attrice emrgente) a Ménothy Cesar in Vers le Sud di Laurent Cantet. Quest’ultimo è stato scelto per strada dal regista francese. Non ha potuto presenziare alla cerimonia di premiazione per via di una situazione complessa che lo riguarda. Abitando ad Haiti, ha avuto difficoltà a ottenere un visto e ci auguriamo che questo riconoscimento possa facilitargli la strada per ottenere l’esilo politico in Francia. L’attrice francese, invece, dichiara in conferenza: “E’ un premio per me ma anche per il cinema. Un tipo di cinema la cui importanza dovrebbe essere ricordata più spesso. Mi auguro, dunque, che Venezia non diventi un luogo di sopravvivenza”.

Premi ufficiali della 62. Mostra

Venezia 62


Leone d’Oro per il miglior film
Brokeback Mountain di Ang Lee

Leone d’Argento per la migliore regia
Les Amants réguliers di Philippe Garrel

Premio Speciale della Giuria
Mary di Abel Ferrara


Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile
David Strathairn per Good Night, and Good Luck di George Clooney

Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile
Giovanna Mezzogiorno per La bestia nel cuore di Cristina Comencini

Osella per il migliore contributo tecnico
William Lubtchansky per la fotografia del film Les Amants réguliers di Philippe Garrel

Osella per la migliore sceneggiatura
George Clooney e Grant Heslov per Good Night, and Good Luck di George Clooney

Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente
Ménothy Cesar in Vers le sud di Laurent Cantet

Leone Speciale per il complesso dell’opera
Isabelle Huppert


Orizzonti

Premio Orizzonti East of Paradise di Lech Kowalski

Premio Orizzonti Doc Pervye na lune (The First On The Moon) di Aleksey Fedortchenko

Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”Leone del Futuro
13 (Tzameti) di Gela Babluani

Corto Cortissimo
Leone Citroën – Corto Cortissimo per il miglior cortometraggio

Xiaozhan (Small Station) di Lin Chien-ping

una Menzione Speciale
Layla Afel di Leon Prudovsky

Premio UIP per il miglior cortometraggio europeo
Butterflies di Max Jacoby

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