“Là-bas – Educazione criminale” di Guido Lombardi

"Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?"

Settimana della Critica 2011
Meritatissimo Leone del Futuro di questa 68. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, la pellicola di Lombardi tratta con realismo e lucidità il tema dell’immigrazione usando come pretesto una storia come tante, quella di Yssouf, giovane immigrato africano. Come tanti altri prima e dopo di lui, arriva in Italia convinto di trovare qui la terra delle opportunità. E come tanti altri scopre che la realtà è molto diversa da ciò che gli era stato raccontato.

Là-bas, opera prima di Guido Lombardi, è una pellicola che colpisce allo stomaco e non lascia scampo, una pellicola che unisce invenzione e realtà in un crescendo di emozioni che sfoceranno in una scena finale cristologica e drammatica allo stesso tempo. È la storia di Yssouf, un giovane immigrato africano, che decide di venire in Italia, su incoraggiamento di suo zio Moses, per guadagnare la cifra necessaria a comprare uno strumento per scolpire con più rapidità e precisione le sue sculture in ferro. Giunto a destinazione, scopre che suo zio è a capo di un’organizzazione criminale e che il modo più rapido per guadagnare la somma necessaria è unirsi a lui ed entrare a far parte del suo giro di droga.

Tutto sarebbe più facile se Yssouf, prima di raggiungere Moses, non avesse conosciuto Germain, un connazionale, o Idris, il direttore della Casa delle Candele, e non avesse intravisto un altro modo di vivere. Un modo che certo non porta ad arricchirsi (Germain vende fazzoletti ai semafori) ma che non intacca la coscienza. E che permette a Germain, a Idris, ad Asetù e a Mamma Africa di vivere assieme, uniti fra loro come una famiglia e pronti a sostenersi l’un con l’altro in un mondo che gli è ostile. Non è così nell’universo di Yssouf: la sua vita ha un valore solo finché porta a dei guadagni e nessuno piangerebbe la sua morte, nemmeno Moses. Una lotta tra due bande camorriste porterà a una strage che non farà distinzione tra innocenti e colpevoli e che segnerà la fine e al contempo la rinascita di Yssouf.

È una pellicola che non fa sconti, Là-bas, che non scade in luoghi comuni o patetismi. Non commette l’errore di criminalizzare gli immigrati ma nemmeno quello di santificarli: quella che compie Yssouf è una scelta, volontaria e consapevole seppure ingenua. Non ci sono toni eccessivamente cupi o drammatici, è una regia neutra, quasi volesse essere un documentario, che segue Yssouf per le strade di Castelvolturno, dove si parla francese e non italiano e dove vivono circa ventimila africani, arrivati in Italia inseguendo il sogno dei soldi facili. È qui a Castelvolturno che è avvenuta la strage del 18 settembre del 2008, in cui sei immigrati senza nessun indizio di attività criminale alle spalle sono stati massacrati in una sartoria. Quello che fa Lombardi è dare loro una storia, una vita; è contrapporre alla morte senza senso di Germain la rinascita di Yssuf; una rinascita morale che Idris accetta senza fare domande, coprendo con una bandiera la sua nudità, e che lascia allo spettatore un sottilissimo filo di speranza.

Titolo originale: Là-bas
Nazione: Italia
Anno: 2011
Genere: Drammatico
Durata: 100′
Regia: Guido Lombardi
Sito ufficiale: www.labas-film.com
Cast: Kader Alassane, Moussa Mone, Esther Elisha, Billy Serigne Faye, Fatima Traore
Produzione: Eskimo, Figli del Bronx, Minerva Pictures
Distribuzione: Istituto Luce
Data di uscita: Venezia 2011