Il più delle volte la vita artistica di Mestre rimane nascosta alla maggioranza dei cittadini: visitare la mostra collettiva del gruppo La Torre diviene per tutti una buona ed accessibile occasione per conoscere la realtà pittorica mestrina.
Si tratta di un’esposizione la cui nota dominante è certamente la varietà formale e coloristica, ciò nondimeno dalle tele emerge con forza il grande amore per Venezia, la propria città.
Il visitatore viene accolto in uno spazio semplice e domestico, nel quale le pareti bianche costituiscono lo sfondo per quadri di differenti dimensioni, tematiche e soprattutto colori. Infatti l’aspetto senza dubbio più problematico della collettiva è quello di riunire in un’unica dimensione espositiva artisti tanto dissimili tra loro. Tuttavia l’esperimento va a buon termine nel comune denominatore di volere trasmettere una propria peculiare visione della realtà locale. Tale realtà è condensata nell’introduzione all’esposizione: le ricostruzioni geografiche della Mestre antica di Poggi. Non costituiscono soltanto degli esperimenti scientifici e documentati di ritornare al passato campestre mestrino, ma rappresentano anche la volontà di fondere la memoria con il presente, dando una nuova legittimità al passato della città.
La dimensione emotiva, mnemonica pervade tutte le opere esposte, che divengono dei veri e propri viaggi nella percezione della città.
Le immagini sono delle più svariate: si va dalla Mestre del futuro di Dabalà, tutta geometria e colori elettronici, allo spaccato espressionista di Caselli. Qui i muri scrostati delle case veneziane, le finestre espressioniste, i panni stesi e gocciolanti di schizzi rossi danno una visione drammatica della vita, quasi neorealista.
Non si ritrovano peraltro solo scorci cittadini, dal momento che la narrazione domina alcune tra le tele più valide dell’esposizione. Si pensi al riguardo all’esotismo delle coloratissime donne della Baraldi, in grado di trasformare attraverso la fantasia un sensuale ombelico in un chicco di riso nero, o al surrealismo onirico di Cazzaro, che dà forma a lenti distorte da cui è possibile intravedere un uomo tranquillo nell’immancabile atto di bere l’aperitivo veneziano.
La femminilità del corpo nudo della misteriosa donna di Bidinost si sposa con la delicata poesia di Serena, la perla della collettiva. La linea sottile dell’orizzonte incontra la laguna nella linearità e purezza dell’azzurro pallido e grigio come alcune mattine di Venezia, in cui distratti ci rendiamo conto che a volte nella nostra città il mare ed il cielo s’incontrano e per un attimo ci sentiamo fieri di vivere proprio qui.
MOSTRA COLLETTIVA DEGLI ARTISTI DE “LA TORRE”,
Gruppo pittori e scultori mestrini
Mestre, Centro Culturale Candiani
Sala espositiva piano terra
Orario: giorni feriali 16.00 – 19.30
sabato e domenica 10.00 – 12.00
e 16.00 – 19.30
Ingresso libero
dal 19 al 30 marzo 2005