“METELLO” DI Vasco Pratolini

La dura realtà della classe operaia

Vasco Pratolini nel romanzo “Metello” rappresenta con realismo la società italiana di fine ‘800, soffermandosi sulla classe operaia, che comincia a strutturarsi ed organizzarsi attorno al nascente Partito Socialista, ai sindacati e alla Camera del lavoro.

Il protagonista dell’opera è Metello, un ragazzo di umili origini che, abbandonato prima dalla famiglia naturale poi da quella acquisita, si trova solo, costretto a crescere velocemente e ad affrontare ardui problemi come la lotta per la sopravvivenza. Attraverso le esperienze di lavoro acquista consapevolezza politica e comincia a sentire l’esigenza di esprimere apertamente le proprie opinioni e di non sottostare alle leggi di una società che impone all’operaio solo doveri e sopraffazioni.
Così, sin da ragazzo, frequenta socialisti ed anarchici, sempre attento però a non mettersi mai troppo in mostra per non inimicarsi forze dell’ordine e padroni, ma proponendosi di non essere mai né il primo né l’ultimo.
Con il passare del tempo, con l’aumento delle responsabilità, dei bocconi amari da ingoiare, egli si rende conto che non si può restare sempre in disparte e decide di porsi tra le prime file della classe operaia, ormai decisa a ribellarsi contro le prepotenze dei padroni e a scioperare ad oltranza per ottenere un salario più onesto e una maggiore sicurezza.
La narrazione, lineare e priva di lirismi, acquista un ritmo intenso ed accattivante nella descrizione dello sciopero, culmine del romanzo e apice della lotta politica del protagonista.
“Metello” non è solo la storia di un ragazzo con forti ideali politici, ma è anche il racconto di un giovane che matura sentimentalmente, passando dalle superficiali relazioni amorose consumate frettolosamente durante una notte, all’amore stabile matrimoniale, toccando fasi di crisi e di tradimenti.

“Metello” è il primo volume della trilogia “Una storia italiana”, con cui Pratolini mira a superare l’orizzonte limitato del quartiere ed ambisce a trattare un quadro più ampio della società italiana, toccando complessivamente un periodo che va dal 1875 al 1902. Presentando la figura del protagonista, l’autore non vuole narrare le gesta di un eroe, ma la realtà di una classe operaia che cresce, si trasforma, si organizza e si rafforza.
La pubblicazione di questa opera ha acceso un dibattito fra numerosi critici che, per ragioni di militanza politica soprattutto nei partiti di sinistra e nel Partito Comunista Italiano, parteggiavano per una narrativa neorealista.
Questo romanzo trasmette con forza la realtà storica di una classe costretta a patire privazioni e sofferenze per far valere quei diritti che ormai per noi sono scontati, normali e spesso avvertiti come privi di valore.

Vasco Pratolini, Metello, Milano, Mondadori, 2000, 382 pag., 7.80 €