“Millennium – Uomini che odiano le donne” di David Fincher

Stieg Larsson, dalla svezia ad Hollywood

La trilogia Millennium scritta dall’autore svedese Stieg Larsson ha venduto copie da capogiro, quasi da fenomeno discografico. Era inevitabile che Hollywood non cogliesse un’occasione talmente ghiotta.
Così, per mano di David Fincher (Il curioso caso di Benjamin Button, The Solcial Network), a breve distanza dalla versione svedese della saga, uscita nei cinema tra il 2009 e il 2010, arriva il primo capitolo Uomini che odiano le donne, targato Usa.

A Fincher va riconosciuta la fondamentale schiettezza con cui ha trattato le pagine del libro; ne ha rispettato la trama, cogliendo quelle sostanziali e marcate espressioni caratteriali, che Arden Oplev (regista del primo episodio della saga svedese) aveva scartato per dare rilievo ad altri elementi narrativi.
Quello che appassiona e interessa, soprattutto in Uomini che odiano le donne, al di là dell’intricatissima vicenda – una storia di odio efferato e di inaudita violenza – è la singolarità e la determinazione dei personaggi.

Per indagare sull’adorata nipote, Harriet, scomparsa quarant’anni prima, Henrik Vanger assolda un famoso giornalista, Mikael Blomkvist (Daniel Craig), il cui nome è sinonimo di garanzia. Il compito di Blomkvist sarà quello di studiare tutti i fascicoli raccolti da Vanger nel corso degli anni, per trovare l’assassino della nipote.
Il giornalista accetta l’incarico, anche per prendersi una pausa da seri problemi sul lavoro. Giunto sull’isola, di proprietà della famiglia Vanger, si troverà contro quasi l’intero clan, per nulla accondiscendente al fatto che un estraneo metta il naso in vicende troppo intime e private. Le ricerche porteranno Blomkvist sulla storia di una famiglia composta da figure oscure, drammi sconvolgenti, e ideologie naziste. Indispensabile a comporre i pezzi del puzzle dei Vanger arriva la hacker/investigatrice privata Lisbeth Salander (Rooney Mara), il cui passato turbolento l’ha resa indecifrabile e inafferabile. Insieme i due, reperto dopo reperto, fotografia dopo fotografia, verranno a capo di una realtà inimmaginabile.

Una versione decisamente più cinematografica rispetto a quella, troppo televisiva, impostata da Oplev.
Entrambe apprezzabili, ma Uomini che odiano le donne di Fincher è stato elaborato con quell’impianto tecnico e quel linguaggio espressivo, che fanno da trampolino alla tensione degli ingranaggi thriller e che mancavano nel film di Oplev.

I paragoni con i vari personaggi/attori sono fuori luogo. Perchè tanto Michael Nyqvist e Noomi Rapace, quando Daniel Craig e Rooney Mara hanno apportato un contributo imprescindibile ai rispettivi film. Rooney Mara si trova, inevitabilmente, a dover reggere il confronto con una strepitosa Noomi Rapace; ma la Mara è riuscita a dare alla sua Lisbeth Salander un’ interpretazione ispirata e personale, ammirabile.
Daniel Craig, da parte sua, ha fatto del dettaglio un espediente, per una mondana e disinvolta rappresentazione di Blomkvist (l’occhiale portato per metà appeso all’orecchio diventerà un cult)

Lo spiccato processo, quasi fisico, di Fincher nell’elaborare le pagine di Larsson, dilatando alcuni aspetti, non sempre coerenti (la fine, ad esempio, è troppo sfuocata rispetto alla narrazione scelta), ha nel complesso valorizzato la composizione della storia.

Titolo originale: The Girl with the Dragon Tattoo
Nazione: U.S.A.
Anno: 2011
Genere: Drammatico
Durata: 158′
Regia: David Fincher
Sito ufficiale: www.dragontattoo.net
Sito italiano: millenniumilfilm.it
Cast: Daniel Craig, Rooney Mara, Robin Wright, Stellan Skarsgård, Joel Kinnaman, Embeth Davidtz, Christopher Plummer, Joely Richardson, Goran Visnjic, Julian Sands
Produzione: Scott Rudin Productions, Yellow Bird Films
Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia
Data di uscita: 03 Febbraio 2012 (cinema)