Venezia: “May in the summer” di Cherien Dabis

Una famiglia disfunzionale

Giornate degli Autori
May è una donna giordana che vive a New York, la cui vita è apparentemente un successo: è una scrittrice di successo, è bella, e sta per sposarsi con Ziad, un eminente accademico. Quando torna in Giordania per sposarsi, tuttavia, trova la famiglia in totale confusione: le due sorelle sembrano preda di un’adolescenza tardiva, la madre si oppone al suo matrimonio per motivi religiosi, e il padre vive con la seconda moglie, una ragazza molto più giovane di lui. L’incontro-scontro con la sua famiglia porterà May a mettere in discussione la sua vita e i suoi valori, in uno scontro tra modernità e tradizione che va al di là della sua sfera affettiva per abbracciare tutto il paese.

Con May in the summer Cherien Dabis vuole realizzare un film che parli degli scontri culturali e generazionali che tormentano la Giordania, trasportandoli all’interno dello sconclusionato nucleo familiare della protagonista. La regista,sceneggiatrice e interprete, tuttavia, fallisce nel suo intento, e quel che resta è un film divertente e ben fatto, che manca però della profondità che vorrebbe ed avrebbe potuto avere.

Ogni tentativo di scavare nelle contraddizioni che caratterizzano la Giordania è infatti superficiale, affidato più a stereotipi e a frasi fatte che ad un’accurata analisi della realtà. Per sottolineare il contrasto tra modernità e tradizione non bastano infatti le scene di jogging della protagonista, condite di sguardi di disapprovazione da parte delle donne e ululati di approvazione da parte degli uomini: occorrerebbe uno scavo più profondo, una più attenta analisi sociale e sociologica, che la Dabis non può o non vuole fare.

Quello che voleva essere un film di analisi sociale finisce quindi per diventare una commedia “qualsiasi”, priva di qualunque ambizione che non sia quella di regalare un’ora e mezza di onesto divertimento attraverso
gag raffinate e personaggi ben costruiti ed interpretati. Le sorelle sono pazze e idiosincratiche al punto giusto, la madre fa ridere ed emoziona, e il padre, interpretato da Bill Pullman, regala momenti di pura ilarità con la sua immaturità e le sue fragilità. Le emozioni tuttavia scarseggiano, e sono per lo più legate al personaggio della madre, l’unica con un arco narrativo complesso e articolato. La protagonista genera invece ben poca empatia, e questa incapacità di solidarizzare con il suo personaggio finisce per limitare la capacità del film di coinvolgere lo spettatore.

May in the summer resta una commedia gradevole, cui manca però la profondità necessaria per analizzare in modo ragionato le contraddizioni di un paese intrappolato tra modernità e tradizione, occidente e oriente, amore e dovere.

Titolo originale: May in the Summer
Nazione: Usa, Qatar, Giordania
Anno: 2013
Genere: Commedia
Durata: 98′
Regia: Cherien Dabis
Cast: Cherien Dabis, Hiam Abbass, Alia Shawkat, Nadine Malouf, Bill Pullman
Produzione: Displaced Pictures, Orjouane Productions
Data di uscita: Venezia 2013