“Piazza Garibaldi” di Davide Ferrario

Fratelli Coltelli

Controcampo Italiano 2011
Documentario realizzato in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, Piazza Garibaldi si mette in viaggio sulle musiche di Giuseppe Verdi. Una domanda lo accompagna: perché la nostra nazione non s’immagina un futuro? Perché dalla spedizione dei Mille ad oggi sembra tutto immutato?

Diviso in nove capitoli (Cosa resta; Fratelli Nemici; Quale Italia; Il nuovo mondo, vecchio; Serpenti; Pane; Martelli e pennelli; Partigiani; Luci dal ponte) più un epilogo amaro, il nuovo documentario di Davide Ferrario (che si era già messo in viaggio con La strada di Levi) si pone come una riflessione precisa sul paradosso verbale della “Madre Patria” che, in questo momento, spinte separatiste poco strutturate cercano di indebolire o cancellare.

La storia viene raccontata così: nella sala del Senato a Torino personaggi contemporanei a noi noti leggono brani di illustri pensatori spesso dimenticati o noti solo scolasticamente.
Marco Paolini legge brani di Umberto Saba, adattando “Scorciatoie e raccontini” (1946) portando alla luce una delle verità migliori sulla nostra nazione. Gli italiani non sono parricidi, ma fratricidi. Siamo l’unico popolo con alla base un fratello che ammazza un altro fratello. E per questo che la nostra rivoluzione non avrà mai luogo, ma si frammenterà in piccoli tentativi di ribellione. Solo col parricidio inizia la rivoluzione.

E invece nel corso della storia, non abbiamo che fratelli che danno la caccia ad altri fratelli. Partendo da Bergamo e arrivando fino a Teano scopriamo la vorticosa mutazione antropologica e sociale (completo disinteresse verso qualsiasi forma di approfondimento storico e culturale da parte di alcuni giovanissimi) ed entriamo in contatto con quella normalità che si definisce solo attraverso un intreccio putrido di legale e illegale (speculazioni edilizie, paesaggi deturpati, discariche a cielo aperto). In tutto questo il più cieco e gretto strozzinaggio viene poi compensato con gesti artistici che riscattano i più tetri disastri (il Cretto di Gibellina di Alberto Burri che simula la crepa del terremoto del 1968, per esempio).

Ecco che il brano di Alberto Savinio “Immortalità degli italiani” del 1944 letto da Filippo Timi aggiunge un altro tassello alla nostra spericolata esistenza, fatta e costruita sulla teatralità e non sui fatti. Mentre si ripercorre la nostra antiepica storia, scorrono inserti cinematografici tratti dal film “Il Piccolo Garibaldino” di autore ignoto, produzione Cines del 1909 e Letture Garibaldine tratte dai diari di Giulio Cesare Abba, Enrico Cairoli e Ippolito Nievo.

Proseguendo in un’impietosa e didascalica ricostruzione di difetti atavici, il “Discorso sopra lo stato presente dei costumi deg’Italiani” (1824) di Leopardi ci parla del cinismo che ci caratterizza e che ci spossa. Solo in chiusura, dopo aver costruito non proprio rosee premesse, arriviamo alla domanda principale. Quale futuro? Nessuno. Il declino demografico ci fa prendere atto della nostra scomparsa che molti colmano con una dolente e autolesionista nostalgia sempre accompagnata da quella shizofrenia nazionale che oscilla tra l’odiare la nazione e adulare il modo in cui ci permette di vivere.

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Titolo originale:  Piazza Garibaldi
Nazione:  Italia
Anno:  2011
Genere:  Documentario
Durata:  111′
Regia: Davide Ferrario 
 
Cast:Salvatore Cantalupo, Luciana Littizzetto, Marco Paolini, Filippo Timi
Produzione: Rossofuoco, Rai Cinema, Film Commission Torino Piemonte, Regione Piemonte
Distribuzione: Cinecittà Luce