Un nuovo slancio di ottimismo dopo il successo di Quasi amici; ancora Omar Sy come icona dell’africano che può avere chance, ma questa volta invece del ricco paraplegico François Cluzet c’è una donna in fuga dalla trappola del successo, della ricchezza e dalla miseria dei rapporti affettivi: Charlotte Gainsbourg affetta da burnout lascia la sua dorata e infelice vita e si rifugia come apprendista della mediazione culturale in un centro di detenzione sorto accanto all’aeroporto e qui incontra Samba, emigrato da dieci anni, sans papier con un lavoro precario nelle cucine di un hotel di lusso, come è raccontato nei titoli di testa con un virtuoso piano sequenza che ci trasporta da una festa di nozze ricca e pacchiana al lavaggio dei piatti nei sotterranei.
Il già fortunato tandem registico di Nakache e Toledano, ispirato dal romanzo Samba pour la France di Delphine Coulin (già sceneggiatrice di 17Filles), mette in scena una commedia che vuole far sorridere, pensare e commuovere. Che parte con una buona scrittura e bravi attori per una nuova storia di speranza in cui i conflitti tra chi è di casa e chi viene da fuori in cerca di casa possono essere superati dalla disponibilità alla reciproca conoscenza e dalla capacità di non negare le reciproche curiosità e attrazioni. Una commedia che ha il pregio di sceneggiare alcuni elementi assurdi di base, rendendo evidenti le storture, i non senso legislativi che rendono impossibili le regolarizzazioni entro i confini della legalità e condannano all’oscurità e allo sfruttamento i lavoratori che da anni vivono e lavorano in Francia.
Alice è donna angolosa, problematica, a tratti un po’ isterica che s’innamora di un meraviglioso uomo senegalese, gentile e sensibile con in mano un foglio di via dopo dieci anni di lavoro precario. Una coppia difficile da mettere insieme e allo stesso tempo anche facile da collocare sullo schermo, magari cercando di dosare felicità e infelicità, sospendendo e ritardando l’avvicinamento, e lavorando sul contesto con buone battute e momenti drammatici che ci riportano al reale, per non affondare troppo nella fiaba.
Quel che presto emerge è però la difficoltà nel tenere tutto insieme: si passa dai siparietti comici in cui gli stranieri parlano una lingua incomprensibile davanti a mediatrici volenterose, alla vita da reclusi nel centro di detenzione con la minaccia di essere rimandati a casa, dove c’è fame, dove c’è la guerra, all’alternanza di cosa fanno lei e lui avvolti dal crescendo di una canzone a due voci, fino alla parodia dello spot della Coca-Cola, seppur con un delizioso e scatenato arabo sotto mentite spoglie portoghesi, quest’ultimo per introdurre l’argomento che c’è immigrato e immigrato. Gli stereotipi sono molti, e giocati apertamente. Lui è solare, nonostante tutto, e lei è cupa e irrigidita dalla fatica di vivere, ma ci sono anche le sorprese: Samba non sa ballare la samba mentre l’apparente frigida Alice sì, sorprendendo tutti con la sua sensualità riaccesa sulla pista da ballo.
Ma alla fine poco rimane di un film che pur denunciando le condizioni di ricatto e d’induzione all’illegalità cui sono sottoposti i sans papier, non convince appieno perché per arrivare a quell’unisono dei cuori siamo passati attraverso un pot-pourri di registri, attraverso enfatizzanti effetti rallenty e col dubbio che un’operazione siffatta metta l’animo in pace a tutti, semplificando in modo difficilmente sostenibile il nostro mondo e il nostro modo di incontrarci o di restare lontani; e in questi ultimi giorni, dopo l’ultima strage in mare, l’ottimismo di Samba ci risulta difficile da godere.
Titolo originale: Samba
Nazione: Francia
Anno: 2014
Genere: Commedia
Durata: 118′
Regia: Eric Toledano, Olivier Nakache
Cast: Omar Sy, Charlotte Gainsbourg, Tahar Rahim, Izia Higelin, Isaka Sawadogo, Hélène Vincent, Youngar Fall, Christiane Millet, Jacqueline Jehanneuf, Liya Kebede
Produzione: Quad Productions, Ten Films, Gaumont, TF1 Films Production, Korokoro
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 23 Aprile 2015 (cinema)