“Tao li jie – LE SVENTURE DEL PESCO E DEL PRUNO” di Ying Yunwei

Parabola di una generazione

Storia Segreta del Cinema Asiatico
Il direttore di una scuola scopre che uno dei suoi ex allievi, particolarmente promettente, è stato arrestato per furto, e decide quindi di visitarlo in carcere. Ping, il detenuto, racconta la propria triste storia fatta di speranze, buona volontà e sacrifici, della disperata ricerca di un lavoro prima, e dei soprusi subiti dai superiori poi. Ridotto in miseria e costretto al furto per mantenere una moglie malata, Ping viene catturato dalla polizia.

Dramma legato al problema dell’occupazione nella Cina degli anni trenta, questo film di Yunwei è il primo sonorizzato del cinema cinese. Politicamente impegnato, il film mostra la drammatica e cronica carenza di lavoro per una generazione di giovani studenti; se da un lato c’è la disponibilità a sacrificarsi e lavorare con entusiasmo, dall’altra c’è la corruzione e prepotenza delle classi dirigenti, che infrange i sogni di una giovane coppia, quella di Ping e Liling.

Tutto il film è un’inesorabile caduta. Ping si confronta prima con le ingiustizie delle assunzioni quando viene scavalcato per l’affidamento di un posto da un parente del datore di lavoro. In seguito, dopo aver finalmente trovato un impiego nell’edilizia, scoprirà che il proprio capo truffa nella vendita dei materiali. Il giovane si oppone all’illegalità del proprio superiore e durante un violento litigio riceve uno schiaffo: sarà questa per lui la più grande umiliazione, come dirà lui stesso, il venire a contatto duro e definitivo con una realtà corrotta e disonesta, che offende gli ideali maturati a scuola.

Con il proprio licenziamento però, Ping non ottiene nulla anzi, disoccupato dovrà accettare di farsi mantenere da Liling, che lavora come segretaria. Ma anche lei perderà il posto, per essersi sottratta alle voglie del proprio capo. In una scena emblematica vediamo Ping stracciare la propria laurea, inutile in un contesto di disonestà e prevaricazione. Fatica sprecata, e con essa vengono fatti a pezzi sogni e illusioni, ma anche la propria umana dignità.

Ping e Liling sono costretti più volte a cambiare casa, possedendo sempre meno, e il marciume che avanza tra le pareti delle stanze fa da sfondo alla sofferenza incisa sempre più marcatamente nei loro volti. Ping è costretto a spingere il carrello in una fonderia per mantenersi, e la fatica di un lavoro umiliante lo trasforma nel corpo e nello spirito. I turni di lavoro sono ora scanditi dall’urlo lacerante della sirena, a simbolizzare un destino immutabile e oppressivo. La nascita di un figlio è al tempo stesso una gioia e una tragedia perché a Ping non verrà concesso nemmeno il tempo di assistere Liling durante i giorni del parto, e sarà costretto a rubare al proprio capo per pagare le cure alla moglie. Però per Liling è ormai troppo tardi, e sfinita dagli stenti muore. a Ping non resta che affidare il bimbo a un orfanotrofio. Subito dopo verrà arrestato.

Il film di Yunwei denuncia una condizione che mortifica non solo le aspettative, ma anche la dignità delle persone: Ping si trasforma da studente modello e onesto in un reietto umiliato costretto a tradire i propri principi, rubando, per sopravvivere. Il male che infetta la società contagia i semi sani che pure in essa nascono. Tra la foto di Ping ai tempi della laurea, tenuta in mano dal direttore, e il volto di quello stesso Ping, anni dopo in carcere, c’è tutta la sofferenza e l’ingiustizia di una realtà crudele. Nella sequenza finale, su un primo piano del direttore, sentiamo gli spari della fucilazione di Ping, quasi un eco della sirena che lo costringeva al lavoro.

PLUNDER OF PEACH AND PLUM (1934), Tao li jie, b/n, 110 min
Regia: Ying Yunwei
Sceneggiatura: Yuan Muzhi
Produzione: Diantong Film Studio
Interpreti: Yuan Muzhi, Chen Bao’er