The Reader porta alla luce il senso di colpa della seconda generazione di tedeschi che dovettero fare i conti con il passato della Germania nazista. Racconta di quei tedeschi che, durante la Seconda guerra mondiale, erano troppo piccoli per ricordare o non erano nati affatto, ma portano con sé il marchio dell’infamia di Hitler. La vergogna e l’indignazione è stata lasciata loro in eredità. Fuori dalla patria di Hegel, questa prospettiva era stata, fin’ora, poco analizzata in chiave culturale.
Da un punto di vista stilistico e narrativo, Stephen Daldry, regista, e David Hare, sceneggiatore, ci regalano un’opera simile al loro precedente lavoro cinematografico fatto insieme (The Hours del 2002). E come The Hours, sotto il piano della forma estetica, The Reader è più che piacevole da guardare. Anche in quest’ultimo caso, alla base del tutto c’è un romanzo complesso (trattasi di A voce alta dello scrittore tedesco Bernard Schlink, edito in Italia da Garzanti e divenuto bestseller negli Stai Uniti e in Germania). Come per il caso di Cunningham, anche The Reader è una fedelissima trasposizione cinematografica di un famoso testo scritto, che trova l’unica nota di distacco dal materiale d’origine nell’aver intelligentemente eliminato la narrazione in prima persona.
La pellicola è sviluppata su diversi piani temporali e racconta la vicenda del giovane Michael Berg, un quindicenne che, nel 1958, intraprende una relazione con un’enigmatica donna di trentasei. Lei che ama farsi leggere libri a voce alta da lui, un bel giorno scompare nel nulla. Quando, parecchi anni dopo, da studente di legge, la ritrova sul banco degli imputati come criminale nazista, la capacità del giovane di sapere ciò che è giusto e ciò che non lo è acquisisce una consapevolezza interiore molto più complessa, soprattutto nel momento in cui viene a conoscenza del vero segreto della donna. Un segreto, questo, per lei più disonorevole dell’essere stata una guardia carceraria in un campo di concentramento e che deve essere celato anche a costo della propria libertà, portando, al contempo, Michael al totale annientamento di se stesso e alla solitudine.
Nulla appare fuori luogo o fuori dal suo tassello narrativo, preciso e dettagliato. In realtà, c’è qualcosa che non va nel film. C’è un prodotto finale che appare confuso nella sua demarcazione fra autorialità e artificiosità. Purtroppo, per coloro che hanno già letto le pagine di Schlink, il film si presenta più noioso di quelli che non sanno nulla di quello che aleggia nella mente di Michael Berg. Ciò non toglie che The Reader è un perfetto prodotto da Oscar (non a caso ha ottenuto cinque candidature) e Kate Winslet sviluppa il soggetto adatto per acciuffare finalmente, alla sua sesta candidatura, l’ambita statuetta. L’attrice inglese dà una prova di tecnicismo formale impeccabile che si distacca dalle sue appassionate prove precedenti. In primis, proprio dal recente Revolutionary Road, nel quale si sentiva in lei un eccessivo coinvolgimento che, ogni tanto, la portava verso toni eccessivi e spesso non necessari. Forse, però, era più interessante lì.
Bella la fotografia di Chris Menges e Roger Deakins, e la colonna sonora di Nico Muhly, che ricorda proprio quella composta da Philip Glass per The Hours, a ennesima riprova della somiglianza delle due opere.
Titolo originale: The Reader
Nazione: U.S.A., Germania
Anno: 2008
Genere: Drammatico, Romantico
Durata: 123′
Regia: Stephen Daldry
Sito ufficiale: www.thereader-movie.com
Cast: Ralph Fiennes, Kate Winslet, Bruno Ganz, Ludwig Blochberger, Jeanette Hain, Volker Bruch, Linda Bassett, Claudia Michelsen
Produzione: Mirage Enterprises, Neunte Babelsberg Film, The Weinstein Company
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 20 Febbraio 2009 (cinema)