“La famiglia si ritrova sul divano inquadrata dall’alto, l’inquadratura si allarga lentamente fino a comprendere Springfield, poi la terra, poi l’universo, fino a ritrovarsi all’interno di atomi che compongono…il cervello di Homer!”. I Simpson, la famiglia gialla più sgangherata della tv, ci fanno compagnia ormai da vent’anni, facendoci ridere e riflettere sulle follie della società americana (e non), attraverso un’imponente dimensione metacinematografica.
Homer si risveglia all’aperto ricoperto dalla neve, senza ricordo di quanto gli è accaduto la sera prima. Tornando a casa, non trova nessuno. Boe è l’unico che può aiutarlo a capire cosa è successo realmente. Scopre in questo modo di avere bevuto il “bevi e auto scordati”, un drink così potente che cancella la memoria delle ultime 24 ore di vita. Quando il commissario Winchester gli ricorda di essere passato a casa sua a causa di una lite, Homer inizia a temere di aver fatto qualcosa di orribile. Chiede così una mano al professor Frink, inventore di una macchina che gli permette di esplorare la sua memoria e di ricollegare i fatti della notte precedente.
In questo episodio, vincitore di un Emmy award nel 2008 come Miglior prodotto di animazione, gli autori hanno scelto un espediente già colladauto dalla serie, ovvero quella che Genette definirebbe il “ricalco”. Una storia di successo viene ripresa e riformulata senza necessariamente rendere dotto lo spettatore. In questo caso siamo difronte alla categoria dell’omaggio.
Come ci suggerisce il titolo dell’episodio il film preso come punto di riferimento è Se mi lasci ti cancello, giocato sulla perdita ed il recupero della memoria per amore. L’intreccio dell’episodio segue così le dinamiche narrative del film: Homer si sveglia nella neve, si sottopone ad un trattamento per recuperare la memoria e riesce a ricostruire ciò che gli è successo tramite flashback.
Lo avevano già fatto in passato. Della terza serie, ad esempio, ricordiamo l’episodio Bart l’assassino, dove lo stesso Bart rivive l’avventura di Ray Liotta in Good Fellas. La dimensione metacinematografica, ma soprattutto la citazione ne I Simpson è molto forte e pregnante, tanto da diventarne parte integrante.
Ciò che rende i remake del clan Groening così particolari, è il loro essere degli espedienti per arrivare alle classiche gag surreali e graffianti nei confronti della cultura pop americana.
In apertura dell’episodio, ad esempio, troviamo in mezzo alla neve lo scoiattolo Scrat de L’era glaciale preso, come al solito, a cercare di recuperare una ghianda. Ma ecco che l’inquadratura si allarga e troviamo Willie, il bidello scozzese-sardo della scuola elementare che lo caccia via con una pala, per poi essere attaccato da un branco di scoiattoli pronti a vendicare il compagno.
La serie è piena di queste micro-gag senza nessun legame con la trama principale, volte ad accentuare il senso di stupore nello spettatore.
Quello che si è cercato di creare negli anni, è l’estrema accuratezza nell’inserire dettagli per il “fan attento” (se preferite nerd) che si diletterà nel ricercarli. Per questo non possiamo fare a meno di notare come lo stesso episodio preso in esame si fondi su certi espedienti: quando Homer entra nella “bolla della memoria” per vedere i suoi ricordi, ci rendiamo conto che il suo viaggio avviene attraverso dei fermo-immagine di episodi realmente andati in onda.
Il vero gioiello dell’episodio è il momento in cui Homer crede di stare per morire e vede tutta la sua vita scorregli davanti; si tratta di una sequenza-citazione dal film Se mi lasci ti cancello: Homer in primo piano, da appena nato lo vediamo crescere, ingrassare e diventare l’amante di birra e divano che conosciamo. Talmente bella che gli autori, immaginandosene il successo, la fanno finire facendo apparire la schermata di You Tube, come se noi l’avessimo rintracciata su internet.
Una risposta a quanti hanno lamentato la mancanza di creatività delle ultime serie.