La Biennale di Venezia prosegue lo studio della tematica del corpo e delle percezioni emotive iniziato l’anno scorso al Festival di Danza intitolato “Body Attack”. Nel suo secondo anno di direzione della Biennale Danza, Ismael Ivo ha deciso di dedicare il festival di quest’anno, che si svolgerà dall’8 al 25 giugno negli spazi dell’Arsenale, al rapporto tra l’interno dell’organismo umano e le emozioni dell’anima.
La danza è l’arte che si esprime attraverso il corpo e, secondo Ivo, è importante che si occupi di approfondire come la nostra parte materiale si relazioni con lo spirito all’interno delle società e alla luce della storia di questa interazione.
In un mondo dove la fisicità del contatto nella comunicazione si sta perdendo sempre di più nella rapidità del progresso, la danza, in dialogo con le altre manifestazioni artistiche, si impegna a scoprire e indagare come recuperare questa naturalità, la cui mancanza si manifesta nelle nuove forme di danze urbane che usano il corpo in modo più violento e nella possibilità di trasformare grazie alla scienza il nostro aspetto esteriore influenzando anche il concetto di identità.
Il festival si compone non solo di coreografie e performance, ma da spazio allo studio e al dibattito delle tematiche attraverso workshops, conferenze e proiezioni. Al simposio di tre giorni, (9, 10 e 11 giugno), che darà il via alle manifestazioni, interverranno in collaborazione con gli artisti, neuroscienziati, filosofi, antropologi, matematici e registi cinematografici.
L’obiettivo è quello di dare spazio alle arti in processo, cioè di favorire in questa nuova era nuovi provocatori interpreti con un linguaggio personale in grado di creare diverse prospettive nella danza: sviluppare una visione e delle idee nuove su corpo e coreografia attraverso il confronto con i neurologi, la ricerca della danza dell’anima degli sciamani, la schizofrenia di un’artista come strumento per creare arte, una regista che guarda il corpo da un’altra ottica utilizzando la necrofilia, sono solo alcuni esempi del ricco panorama che investe il festival di quest’anno.
L’impulso degli organi provoca la reazione della razionalità e anche alla morte, vista come momento saliente di questa correlazione anima-corpo, viene data particolare importanza recuperando le esperienze di chi è stato rianimato e riporta quella esperienza intensa fisica e mentale.
L’altra scelta caratterizzante effettuata dalla Biennale Danza riguarda il multiculturalismo dei partecipanti: compagnie dalle più svariate parti del mondo utilizzano simboli ed pratiche della propria tradizione per mostrare come vivono il loro desiderio di esprimere la dimensione corporale. Per mettere in luce da dove nasce l’intreccio di corpo, anima e scienza si torna all’origine della danza stessa: recuperando la figura dello sciamano, si comprende e riutilizza la sua funzione di primo dottore della storia, capace di curare corpo e anima attraverso la danza.
Un festival che cerca di stimolare e di creare forme nuove, rivolto alla ricerca e non soltanto alla bellezza.
Per informazioni: www.labiennale.org