Venezia torna di prepotenza alla ribalta internazionale con una impressionante serie di eventi artistici di grande spessore culturale e mondano.
Si parte con l’avvio della 53. edizione della Biennale Internazionale d’Arte ospitata in parte ai Giardini ma soprattutto negli ampi spazi dell’Arsenale dove è stato trasferito anche il Padiglione Italia, affidato dal ministro Bondi a Luca Beatrice e a Beatrice Buscaroli con il preciso compito di interrompere la presunta egemonia della sinistra sull’arte facendo piazza pulita di Arte Povera e Transavanguardia per tornare a opere più tradizionali.
I curatori hanno selezionato 20 artisti invitandoli a fare un’opera inedita ispirata al Futurismo da loro considerato l’unico movimento di cui l’Italia possa vantare la primigenitura (Viene da chiedersi come collochino la Metafisica di de Chirico). le opere si possono ricondurre ad un Postmoderno non solo eco delle varie avanguardie che lo hanno preceduto, ma con spunti innovativi grazie agli innesti con l’arte degli anni ’60 e ’70 da cui idealmente dovrebbe prendere le mosse l’intera esposizione. Rispecchia comunque maggiormente lo zeitgeist, lo spirito del tempo attuale la rassegna internazionale “Fare mondi” diretta da Daniel Birnbaum.
I 90 artisti rappresentati consentono uno sguardo di ampio respiro sull’arte dei vari Continenti in un confronto col reale che va dall’India al Brasile , alla Cina, dall’Europa all’Africa attraverso partecipazioni nazionali da record: sono infatti 77 le Nazioni presenti dal Pricipato di Monaco, al Gabon, dall’esordio degli Emirati Arabi Uniti all’Iran, ammesso per la prima volta a livello ufficiale. L’intento del curatore è quello di fare emergere nuove forme creative allargandole alla musica e al design, alla poesia ai film d’autore. E’ una girandola di idee, sollecitazioni, provocazioni, un florilegio di quanto offre l’arte contemporanea nei vari continenti.Una quarantina di eventi collaterali si svolgono in vari punti della città divenuta un immenso contenitore d’arte.
Alla Fondazione Cini all’Isola di San Giorgio Peter Greenway, propone una personale rielaborazione delle Nozze di Cana del Veronese, mentre i Musei Civici veneziani inaugurano in contemporanea mostre a Cà Pesaro, a Murano sempre incentrate sull’arte contemporanea.
L’evento di maggiore richiamo spettacolare e mondano oltre che artistico è però l’inaugurazione della Punta della dogana, lo spazio appena restaurato dall’architetto giapponese Tadao Ando che ospiterà parte delle opere della collezione Pinault. A inaugurare questo prestigioso spazio espositivo è la mostra dal titolo Mapping the studio. Artists from Francois Pinault visitabile dal pubblico a partire dal 7 giugno. Boy with the frog, ragazzo con la rana di Charles Ray, piazzata all’esterno sull’estrema punta accoglie il visitatore mentre un megapacchetto di sigarette di Urs Fisher galleggia di fronte nel Canal Grande. All’interno nei grandi spazi dall’austerità monastica, si vedono molti degli artisti prediletti da Pinault da Jeff Koons, a Maurizio Cattelan, da Cy Tombley, a Cindy Sherman,a Paul mac Carthy presente con un enorme orso che abbraccia un coniglio.
Se resta ancora la forza ci si può spostare alla Fondazione Guggenheim per rilassarsi nello splendido giardino prima di visitare Gluts (eccessi), i frammenti di materiali di scarto elevati da Robert Raushenberg al rango di sculture.
Foto a cura di Romina Greggio Copyright © NonSoloCinema.com – Romina Greggio