Al Taormina Film Festival , “Vissi d’arte. Vissi d’amore”, omaggio alla “Divina” Maria Callas

Una voce angelica passata attraverso l’inferno, una voce con un diavolo dentro, viene così descritta da Jean Cocteau, la voce di una delle più grandi icone operistiche, dal timbro inconfondibile, che ebbe però una vita alquanto tormentata: Maria Callas.

Quest’anno, in occasione del Taormina Film Festival è stato dato il via a “Proiezioni – suoni e parole prima del film”, ciclo di eventi serali che precedono le proiezioni delle 22, con interpretazioni e musiche dal vivo.

La prima di queste serate si è svolta nel Parco Trevelyan, suggestiva Villa comunale di Taormina con il titolo “Vissi d’arte. Vissi d’amore”, in omaggio alla cantante lirica Maria Callas.

Lo spettacolo teatrale e musicale è stato ideato da Gianna Fratta, direttrice Artistica della Fondazione Taormina Arte Sicilia, nonché direttrice d’orchestra e pianista, insieme al collega Dino De Palma.

Grazie all’interpretazione di Gianpiero Mancini, nei panni del cameriere personale della Callas, si è ripercorsa la vita della cantante, ponendo l’attenzione in particolar modo all’aspetto più intimo e umano, attraverso il racconto del rapporto, senza amore, con il marito Giovanni Battista Meneghini, e la riscoperta di questo sentimento nella relazione con Aristotele Onassis.  Lo spettacolo, strutturato come un’intima chiacchierata fra confidenti, dà conto della vita della cantante, sino alla fine del suo rapporto con l’armatore greco, alla scoperta della silenziosa malattia e alla prematura scomparsa.

Ad accompagnare i monologhi dell’attore il trio strumentale composto da Dino De Palma al violino, Luciano Tarantino al violoncello e Donato Della Vista al pianoforte. La musica dal vivo ha così fatto da cornice alla voce unica di Maria Callas, richiamando indimenticabili esecuzioni come la Casta Diva, Un bel dì vedremo, per continuare con La mamma morta fino a Vissi d’arte, dal quale lo spettacolo trae spunto per il suo titolo.

Pezzi memorabili ad intermezzare il toccante racconto di vita, in un’esperienza immersiva, attraverso lettere, foto e articoli di giornale, per ricordare, anche nei suoi momenti più bui,  la “Divina” e la sua dedizione al “bel canto”.