Siamo nella New York del 1944. Florence (Meryl Streep) è una mecenate, filantropa, amica di Toscanini, ereditiera molto ricca e generosa, appassionata di musica classica; con l’aiuto del marito e manager, l’inglese St. Clair Bayfield (Hugh Grant), intrattiene l’élite cittadina con performance artistiche e canore, di cui lei è, manco a dirlo, la star.
Il problema è che quando si azzarda a cantare (si allena duramente, anche un’ora al giorno!!!), esce una voce disarmonica, stridula, stonatissima, ma nessuno osa dirglielo. Protetta, accudita amorevolmente dal marito, che ascolta con passione sincera quelle atroci lezioni di canto, Florence non è a conoscenza della sua voce; anzi è convinta di essere un soprano eccellente.
Le sue pubbliche esibizioni avvengono sotto il controllo del marito, che seleziona attentamente il pubblico, pilotando anche la maggior parte della stampa. Ma il giorno in cui Florence decide di organizzare un evento fuori dalla portata del marito, dovrà fare i conti con il vero pubblico e con l’amore dell’uomo.
Florence è stata una figura importante della scena artistica e musicale di New York durante la Seconda Guerra mondiale (è stata artefice di molte donazioni, tra cui quella di strumenti musicali destinati ai bambini poveri) e a modo suo ha contribuito ad avvicinare molta gente facoltosa al mondo della musica, persuadendola a contribuire finanziariamente alla promozione della musica nella grande città.
Dopo Marguerite il dramma di Xavier Giannoli, presentato in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2015, ispirato alla vita di Florence Foster Jenkins, l’ereditiera più stonata dell’epoca torna nuovamente sul grande schermo con un’interpretazione diversa – per questo vanno rifiutati tutti i paragoni – ma comunque spettacolare. Stephen Frears, regista di The Queen e Philomena, da uno script dell’esordiente Nicholas Martin, ha messo in scena una commedia lieve che racconta l’ultimo anno di vita della Jenkins.
Florence, che gioca con i vizi e vezzi dei protagonisti, con i controcampi ad effetto delle esilaranti espressioni di tutti gli attori, è una commedia calda, che esce in un perfetto momento natalizio.
Meryl Streep è esilarante, è la scintilla del film: una donna legata alla realtà quel tanto che basta per uscire e riuscire a essere e fare ciò che vuole, malata di sifilide da circa quarant’anni non si è arresa al male e alle cattiverie del mondo.
Ma anche Hugh Grant ha un ruolo squisitamente delizioso, come non ne aveva da anni: un personaggio che ama laicamente una donna fragile e impegnativa, che paga il pubblico e i critici affinché l’amata non abbia delusioni. I due attori, per la prima volta insieme sul grande schermo, funzionano alla grande, trascinando con empatia le emozioni del pubblico. A completare la squadra c’è il pianista e compositore Cosme McMoon (Simon Helberg, celeberrimo Howard Wolowitz nella serie tv The Big Bang Theory): le sue reazioni, incredula quando ode Florence cantare per la prima volta e rassegnata quando asseconda tutte le richieste dell’artista, valgono da sole il prezzo del biglietto.
Titolo originale: Florence Foster Jenkins
Nazione: Regno Unito
Anno: 2016
Genere: Biografico, Commedia, Drammatico
Durata: 110′
Regia: Stephen Frears
Cast: Meryl Streep, Hugh Grant, Rebecca Ferguson, Simon Helberg, Neve Gachev, Nina Arianda, John Kavanagh, Dilyana Bouklieva, Mark Arnold, David Haig, Christian McKay, Josh Oconnor
Produzione: Qwerty Films, BBC Films, Pathé Pictures International
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita: Roma 2016 – Selezione Ufficiale
22 Dicembre 2016 (cinema)