Ettore, uscito – di nuovo – di prigione, va dal suo “socio” a ritirare la parte che gli spetta di una vecchia rapina. Buttato fuori a malo modo dagli scagnozzi di un suo, a questo punto, ex socio in affari, prova a bussare alla porta della sua ex, ma scopre che lei è andata avanti con la sua vita; anche perché non è che lui quando era ancora a piede libero fosse un tipo presente. Non gli resta che passare la notte invernale e romana su una panchina. Un anziano passa e gli lascia una banconota per pietà.

Un accigliato Ettore segue l’uomo, Nicola, che lo invita ad entrare in casa sua. Nemmeno a dirlo il primo pensiero di Ettore è quello di derubare l’anziano che lo ha ospitato. Ma non ha ha fatto i conti con il colpo di scena più grande della sua vita. Per quanto gli possa sembrare strambo, Ettore accetta la verità che gli viene raccontata, con tanto di prove ed esercitazione pratica: Nicola è Babbo Natale.

Non si redime di certo lo scaltro Ettore, che approfitta, all’insaputa del suo generoso benefattore, dei vari trucchi di Babbo Natale per svaligiare negozi vari. Ma tra un racconto di Nicola e il tentativo di riallacciare i rapporti con sua figlia Alice, avuta dall’ex compagna, qualcosa in Ettore, un tempo bambino deluso da quell’omone di rosso vestito che portava i regali, forse, un po’, potrebbe cambiare.

L’ultimo film con Gigi Proietti, scritto e diretto da Edoardo Falcone, è una commedia gli standard che percorre una strada apprezzabile per la gradita narrazione non prevedibile.
Io Sono Babbo Natale è una storia per tutti, garbata, mai sdolcinata né volgare. L’umorismo di Giallini e Proietti mantiene il film su un perfetto equilibrio comico.
Il film ideale per tutta la famiglia.