Il 25esimo film dell’Universo Cinematografico Marvel, scritto (con Patrick Burleigh, Kaz e Ryan Firpo, dal fumetto di Jack Kirby) e diretto dalla pluripremiata Chloé Zhao segue (letteralmente, dalle origini) un gruppo di supereroi (senza il fascino degli X-Men e privi del carisma degli Avengers), che ha protetto la Terra fin dall’alba dell’umanità.
Quando ai giorni nostri mostruose creature chiamate Devianti, ritenute scomparse da tempo, ritornano misteriosamente, gli Eterni devono riunirsi per difendere l’umanità ancora una volta.
Eternals dura 156 minuti (comprese due scene sullo scorrere dei titoli di coda).
Centocinquantasei minuti in cui viene messa a dura prova la pazienza dello spettatore. Non sono tutti giri di lancette sprecati, nell’ultima oretta il film riesce a rendersi ineressante; il problema o il successo, questione di punti di vista, è arrivarci svegli.
La storia patisce sotto un interminabile “spiegone” mitologico iniziale che parte dalla Mesopotamia e arriva alla Londra contemporanea (come ha argutamento scritto il The Guardian “A volte ti sembra di guardare una presentazione PowerPoint molto sofisticata”).
L’azione salta tra secoli e talvolta millenni, le scene odierne si alternano a flashback preistorici, mentre Sersi (Gemma Chan), Ikaris (Richard Madden), Sprite (Lia McHugh), Thena (Angelina Jolie), Ajak (Salma Hayek), Druig (Barry Keoghan), Kingo (Kumail Nanjiani), Phastos (Brian Tyree Henry), Karun (Harish Patel) proteggono l’umanità da mostri ma senza interferire con le loro guerre, lasciandoli evolvere e progredire.
Nel corso dei millenni, gli Eterni si sono poi divisi, andando a zonzo per la Terra, cercando una “sistemazione” in attesa di far rientro nel loro pianeta. Ma una minaccia apocalittica mette in pericolo l’umanità e i dieci Eternals devono indossare di nuovo i loro costumi.
C’è troppo. Troppe cose. E ad unirle ci sono personaggi sconosciuti alla grande massa, presentati qui tutti insieme per la prima volta. Oltre alla Storia di interi sussidiari delle Scuole Medie, abbiamo la storia d’amore eterosessuale, la storia d’amore multietnica e omosessuale, la supereroina sordomuta, poi quattro sono bianchi, tre sono asiatici, due sono neri e una è latina… A posto, le multiculturalità sono presenti. Tutto questo a discapito della personalità del film. E parliamo anche della Jolie e dalla Hayeck che sono fuori luogo, super attrici alla recita natalizia della parrocchia (il paragone è eccessivo, ma è per dare un’idea).
Poi possiamo sederci e parlare di quanto ammiriamo, di quando ci piace, di quanto sia stupendo lo stile espressivo della regista, che dal cinema indipendente (recuperate The Rider, un c a p o l a v o r o travolgente) è arrivata a dirigiere un Blockbuster Marvel. Ma il risultato resta sempre modesto, inspiegabilmente standard. E noioso, piatto come l’astronave degli Eternals.