Bestie rare davvero sono quelle che racconta Billie Piper nel suo folgorante esordio dietro la macchina da presa e alla scrittura. Quasi impossibile dare una definizione precisa di che cosa si stia maneggiando: una commedia romantica? Certo si ride, ma difficile chiamare commedia 90 minuti di nevrastenia, paranoie e sarcasmo corrosivo; quanto al romanticismo… bè, ci pensa il primo appuntamento tra Mandy (interpretata splendidamente dalla stessa Billie Piper), madre single, e Pete (Leo Bill, qui al suo primo ruolo di attore principale ma rodato caratterista), intrinsecamente religioso, a disilludere lo spettatore sulla quota romantica da aspettarsi.
Il primo, serratissimo e perverso, scambio di battute tra i due è talmente spiazzante da far quasi credere che sia per gioco, uno scherzo. Forse stanno recitando? Non ci si può davvero rivolgere così a una persona, giusto? Se inizialmente si può pensare di essere finiti in una sorta di incubo a occhi aperti, tanto sono profonde le stoccate che Mandy e Pete affondano, presto ci si rende conto che in Rare Beasts ogni personaggio sembra essere privo di quello che normalmente sarebbe il filtro cervello-bocca: tutti dicono esattamente quello che pensano, con affermazioni che all’apparenza risultano crudeli ma che sono in realtà frutto della disperazione che ognuno si trova a fronteggiare in questo mondo apocalittico in cui si vive.
Anche il figlio di Mandy è un insieme di tic nervosi – tra questi, il prendere a calci i piccioni, o qualsiasi altro animale, a dire il vero – già alla tenera età di 6 anni; non parliamo poi delle famiglie dei due protagonisti: Pete perennemente insultato dalle sue sorelle di fronte a una perplessa Mandy, che dalla sua ha genitori separati, madre quasi indigente, padre (David Thewlis, in concorso alla Mostra anche con Guest of Honour di Atom Egoyan) libertino di vecchia data e bevitore incallito, che certo non sono stati dei modelli esemplari di relazione stabile e sana.
Nel 1998 Billie Piper era ineluttabile, imperversava su MTV con il singolo Because We Want To ed era la più giovane ragazzina inglese a raggiungere la prima posizione nelle classifiche UK. Pareva segnato il suo destino come cantante pop, ma dopo l’uscita del suo secondo album abbandonò completamente la musica per dedicarsi alla recitazione, diventando nota particolarmente per il suo ruolo di compagna del nono Dottore nella serie del Dottor Who, e poi nel suo proprio serial, Diario di una squillo perbene.
Nulla tuttavia può realmente preparare alla visione di Rare Beasts, o rendere appieno giustizia al livello di sottile psicopatia che affligge tutti i personaggi, perfino le donne sconosciute che Mandy incontra per strada e che, esattamente come fa lei tutte le mattine appena sveglia, ripetono ossessivamente e con gli occhi carichi di terrore un mantra di incoraggiamento che recita all’incirca “tu sei abbastanza, nonostante i tuoi fallimenti”, una frase che probabilmente ogni rappresentante della generazione Y dovrebbe tatuarsi in fronte. Eppure, nonostante l’apparente disfunzionalità sullo schermo, Piper riesce magistralmente a creare un universo in cui in qualche modo è facile riconoscersi, nell’intrinseca necessità di ciascuno di trovare la felicità, in qualche modo, e non limitarsi a una rassegnata accettazione dello status quo. Provare, provare e poi provare ancora, anche quando si cade, anche quando si soffre, questo sembra essere in fondo ciò che muove Mandy. Non rassegnarsi ad accettare un compagno di seconda scelta quando si avrebbe diritto a molto di più, ma anche essere in grado di affermare senza vergogna di volerlo, un compagno, cosa che in questi tempi di forzosa indipendenza può essere malvista (la battuta, nel film, è infatti accolta da un coro femminile di “buuuu”); riuscire a vedere la bellezza e la grazia di un rapporto disfunzionale come quello dei suoi genitori nel momento del bisogno, quando sua madre scopre di avere un cancro.
Anche visivamente Billie riesce a rendere splendidamente le angosce della vita di Mandy, per esempio nella sequenza onirica di un disperato tip tap in cui ripercorre la sua crescita alla luce del rapporto dei genitori, evidenziando come ognuno di noi sia diretta espressione di quello che ha vissuto; o nella folle corsa notturna per i campi, in fuga dal matrimonio perfetto di due amici, che si conclude in un pub (e dove se no?) a confrontarsi per la prima volta con suo padre e le sue mancanze come genitore.
Frenetica, lucida e sarcastica, Rare Beasts è un’indimenticabile opera prima che risuona dello spirito dei nostri tempi.