Ha vent’anni, Iréne, vive con spensieratezza e allegria, condivide con i coetanei sogni, ideali e amori, studia per diventare attrice e per essere ammessa al conservatorio. Ha una famiglia un po’ stravagante, con una nonna all’avanguardia, mentre il padre (di professione contabile) e il fratello sono tradizionalisti; lei invece, bella e frizzante, si dà arie da primadonna. Ma è anche ebrea e nella sua città, una Parigi del 1942 occupata dai nazisti, stanno incombendo persecuzioni e rastrellamenti. La guerra non appare mai ma il dramma è evocato a tratti e soprattutto nel volto della bravissima protagonista, Rebecca Marder della Comédie-Française, che ha una somiglianza notevole con Anna Frank, una somiglianza che prelude anche a un simile destino.

Primo lungometraggio dell’attrice francese Sandrine Kiberlain, è una vicenda di olocausto vista dall’angolazione di chi non se lo aspettava, di giovani che hanno continuato a vivere fino all’ultimo con la certezza che la loro gioventù potesse e dovesse aver ancora un futuro. Ma vi è anche rappresentata idealmente la storia della famiglia della medesima Kiberlain, dato che i suoi 4 nonni erano ebrei polacchi trasferitisi in Francia tra le due guerre e le loro professioni hanno ispirato quelle dei protagonisti.
Presentata alla « Semaine Internationale de la Critique» al Festival di Cannes 2021, questa interessante pellicola, impreziosita da una colonna musicale di immediata suggestione e da una recitazione magistrale, ha partecipato al concorso del 39° Festival del Cinema di Torino, dove Sandrine Kiberlain è stata premiata per la miglior sceneggiatura, sia dalla giuria internazionale, sia dalla SCUOLA HOLDEN, rispettivamente con le seguenti motivazioni:
“Questa sembra una storia che tutti già conoscono ma è stata raccontata da una angolazione così innovativa e forte che suscita una lettura molto moderna e potente. Non è solo una storia dell’Olocausto. È una storia sull’amore per la vita e sulla scelta di non scendere a compromessi con chi attenta alla nostra libertà… perché se non li combattiamo fin dall’inizio, fin dai più piccoli segnali, potrebbe essere troppo tardi”.
“Perché affronta un tema dalla lunga tradizione letteraria e cinematografica in maniera sorprendente, raccontando il dramma di un destino tragico attraverso lo sguardo luminoso di una
ragazza che non perde mai la sua gioia di vivere.”