Mentre sono in attesa di osservare le stelle, una piccola Lena in braccio a suo padre, sulle rive del mare del Nord, confessa al genitore di temere i mostri del mare. Senza indugio l’uomo inizia a scalciare l’aria ordinando ai mostri di andare via.
Quando Lena è adolescente, il padre pescatore muore in mare in circostanze non chiare. C’è chi dà la colpa al capitano della barca, Lena è convinta che sia stato un mostro marino. Ovviamente nessuno crede alla sua storia, quindi non le resta che partire e dimostrare che ha ragione.
Scritto da Domien Huyghe, Jean-Claude van Rijckeghem e Wendy Huyghe (sorella del regista), Sea Sparkle è una storia dolorosa sulla perdita e sul bisogno di dare una forma al proprio dolore, di comprendere l’incomprensibilità del lutto. Domien e Wendy Huyghe che hanno perso il padre quando erano adolescenti hanno raccontato di aver voluto fare un film soprattutto per il pubblico giovane “è un coraggioso tentativo di saltare in quel vuoto e creare una storia che prende sul serio il (giovane) pubblico, ma allo stesso tempo lo coinvolge in a una storia piena di meraviglia, eccitazione, avventura, umorismo e amicizia. Dopotutto, solo perché sei triste non significa che non puoi vivere un’avventura! Chi vive qualcosa come una perdita, può spesso sentirsi molto solo, e a volte ha bisogno di scappare verso qualcosa di magico, come un mostro (mare), per scoprire la vita”.
Sea Sparkle (di)mostra di saper gestire con sensibilità il tema della perdita nelle sue emozioni: la negazione, la rabbia, la solitudine, il tradimento, il dolore.
È una storia originale che funziona perché riesce e mantenere sempre in equilibrio la sobrietà dei toni, e per il realismo tenero che mette in scena; c’è cuore, ma anche razionalità, in quello che il regista trasmette attraverso i suoi attori, Saar Rogiers in testa.