“(500) giorni insieme” di Marc Webb

Romanticismo in stile Sundance

La storia che il film racconta è quella dell’amore finito tra Tom e Sole, così come la rivede lui. Il film ci presenta dunque una sorta di “flusso di coscienza” che va avanti e indietro nel tempo, tra i giorni felici e quelli tristi, tra rancore e rimpianti, alla ricerca di segni premonitori di quella fine e di spunti per superarla.

In questa struttura frammentaria, e apparentemente disordinata, emerge un percorso lineare (e a volte fin troppo didascalico, come nel finale): quello a cui assistiamo è il processo di maturazione di un individuo, la sua progressiva comprensione di essere inserito in un flusso in cui gli eventi di ciascuno sono sottoposti al gioco, spesso crudele, del caso e la consapevolezza che solo prendendo parte attivamente al mondo, compiendo delle scelte, invece di abbandonarsi fatalisticamente a un supposto “Destino”, sia possibile trovare spiragli di felicità.

Alla luce di questa consapevolezza, il protagonista potrà, infatti, affrontare la vita con meno bisogno di certezze (quelle che chiedeva a Sole quando le domandava di definire il loro rapporto), ma con più autonomia e “volontà” (l’atteggiamento che ha con la ragazza nel finale è da vedere in esplicita contrapposizione con il suo fatalismo nei primi momenti con Sole, quando lasciava che fosse il “destino” a guidarlo) – questa lettura in chiave di maturazione individuale fa di (500) giorni insieme una pellicola ideale per quel genere di libri che utilizzano esempi cinematografici come altrettanti spunti di psicoterapia (uno per tutti, Cinematerapia, di Nancy Peske e Beverly West, Feltrinelli).

Sulla rielaborazione del ricordo di un amore finito il capolavoro è Se mi lasci ti cancello di Michel Gondry. Con (500) giorni insieme, Marc Webb – regista di videoclip al suo esordio nel lungometraggio – non raggiunge quelle vette ma ci dà un film spesso divertente e a tratti persino incantevole. Un film debitore di certe commedie alleniane (in particolare Io e Annie, per certe libertà narrative, per il gusto dell’elencazione culturale, per il fascino che i luoghi esercitano sui personaggi), ma anche della sensibilità romantica di Cameron Crowe (di cui è da rivedere un film passato inosservato come Non per soldi… ma per amore, 1989). Un film che riflette sui cambiamenti dei ruoli sessuali e ironizza sul modo in cui la nostra percezione della realtà è “plagiata” dai prodotti dell’industria culturale (spiritoso il gioco citazionistico su Godard e Bergman, emozionante la rielaborazione del finale de Il laureato).

Peccato per alcune note stonate. Per esempio, la voce fuori campo è spesso pleonastica (si pensi alla scena del confronto tra aspettative e realtà: la voce narrante dice cose che si comprenderebbero anche senza) e il personaggio della sorella che fa da grillo parlante, sentenziando sull’amore, è fuori contesto: sembra il residuo di una precedente versione della sceneggiatura che gli autori non hanno avuto il coraggio di tagliare completamente.

Titolo originale: (500) Days of Summer
Nazione: U.S.A.
Anno: 2009
Genere: Commedia
Durata: 95′
Regia: Marc Webb
Sito ufficiale: www.foxsearchlight.com/…
Cast: Zooey Deschanel, Joseph Gordon-Levitt, Geoffrey Arend, Olivia Howard Bagg, Patricia Belcher, Cody Matthew Blymire, Rachel Boston, Yvette Nicole Brown, Catherine Campion, Joshua Collins, Michelle Mason

Distribuzione: 20th Century Fox
Data di uscita: 27 Novembre 2009 (cinema)