Festival del film di Locarno: Concorso internazionale
È un’operina curiosa il film americano Another Earth, che mischia spunti e riferimenti di diversa provenienza riuscendo a creare qualcosa che potrebbe suscitare un certo interesse tra il pubblico “d’essai” (l’accoglienza qui a Locarno – a giudicare dall’applauso finale e dalla partecipazione al Q&A col regista – è stata molto calorosa e quindi lo segnaliamo ai distributori). C’è qualcosa di fantascientifico (la scoperta di una “seconda terra” nella quale vivrebbero delle copie di noi stessi), ma lo spunto serve per esplorare questioni molto terrene, che riguardano l’esistenza di ogni individuo (il rimorso, la capacità di convivere con il dolore, la difficoltà di entrare in relazione profonda con gli altri). Non è certo il primo film che utilizza la visione di quello che accade nel cosmo, e lo stupore che questa visione suscita, per far nascere interrogativi che riguardano la nostra vita qui e ora (una scena chiave di Gioventù bruciata si svolgeva al Planetario, tanto per dire). Mike Cahill utilizza il tipico armamentario del cinema “indie” (jump cuts, variazioni nella grana della fotografia, sviluppi saltellanti e a-logici) ma lo fa presto convergere in una struttura di chiara leggibilità, nella quale emerge anche la buona padronanza del mélo (alcune scene appaiono come frammenti, tracce di un melodramma).
Lo stile sta a metà tra quello che – commentando al Milano film festival dello scorso anno 3 backyards di Eric Mendelsohn – avevamo definito “realismo magico”, ossia la ricerca, nella descrizione minuziosa della realtà quotidiana, di qualcosa di ineffabile e indicibile a parole, e l’”umanesimo” di quegli autori (González Iñárritu, Haggis) che amano mettere i propri personaggi di fronte a scelte e dolori estremi (qui c’è il rimorso di una donna che, in una notte alcoolica, uccise con l’auto una donna e il figlioletto). Ne esce qualcosa che non sempre convince (a volte sembra aleggiare una sorta di spirito “new age” e c’è talvolta la tendenza a “problematizzare” in modo troppo esplicito) ma che riesce a stuzzicare con i paradossi legati agli universi paralleli e che rivela apprezzabili qualità narrative (anche attraverso la musica: i due protagonisti sono identificati da timbri diversi che si incrociano in diversi modi) e visive.
Another Earth
Regia: Mike Cahill
Interpreti: Brit Marling, William Mapother, Jordan Baker, Meggan Lennon, Matthew-Lee Erlbach
Stati Uniti, 2010, 92’