Arriverà in Italia il 10 gennaio 2013 l’atteso film diretto dalla premiata ditta fratelli Andy e Lana Wachowski con Tom Tykwer. A VIEW Conference l’anteprima mondiale della presentazione di Dan Glass sugli incredibili effetti speciali utilizzati per creare i mondi passati, e soprattutto futuri, di Cloud Atlas.
Non si può fotografare, né riprendere o registrare nulla, durante la conferenza di Dan Glass a VIEW Conference il 19 ottobre 2012 a Torino. Perchè questa è l’anteprima mondiale della sua presentazione del making of, anzi del “near unmaking of multiple films with multiple directors in multiple countries“. Ovvero come realizzare o quasi non-realizzare un film fatto di tanti film, con tre registi, in vari Paesi del mondo.
Tratto dal romanzo L’atlante delle nuvole di David Mitchell (in Italia pubblicato da Frassinelli), Cloud Atlas, vanta nel cast Tom Hanks, Halle Berry, Susan Sarandon e Hugh Grant. Un dramma epico e di “interconnessioni” tra le azioni e le vite degli individui nel passato (1849 e 1931) nel presente (1974 e 2012) e nel futuro (2144 e 2321). Diretto dai fratelli Andy e Lana Wachowski e da Tom Tykwer (Lola corre, Profumo-Storia di un assassino, The International), il film è stato una sfida sotto molti punti di vista.
Dan Glass, senior visual effects supervisor dei Method Studios, ha lavorato agli effetti speciali, tra gli altri, di Tree of life, Batman Begins e ai sequel di Matrix. Cloud Atlas, con un budget iniziale di 140 milioni di dollari – poi ridotti a 100 milioni – è il film indipendente più costoso della storia del cinema: “Gli studios lo ritenevano troppo rischioso – ha spiegato Glass alla platea di VIEW Conference – perché era oggettivamente difficile far vedere sei storie che si intersecano nel tempo, girate da tre registi. Così è diventato un film indipendente e cioé pieno di creatività, ma con poco denaro e, soprattutto, l’impossibilità di sforare sui tempi anche di un solo giorno. Quando Halle Berry si è infortunata la caviglia al terzo giorno di riprese abbiamo dovuto ‘ristrutturare’ il programma, inventandoci perfino una scena in cui viene ferita e zoppica e il tutore è stato poi sostituito in digitale“.
La creatività sicuramente non difetta ai Wachowski, i soldi sono arrivati dalla Germania, gli effetti speciali sono molti, alcuni di facile intuizione – come le città del futuro – altri volutamente “nascosti”, ma ancor più sorprendenti. Come le metamorfosi dei volti degli attori: “I registi volevano che gli attori avessero ruoli diversi nei vari episodi e appartenessero anche a razze diverse“. Il tutto mantenendo credibilità e senza forzature. Così Hugo Weaving conquista tratti asiatici e Zhou Xun diventa bionda e con gli occhi azzurri. Qualche personaggio cambia sesso da un episodio all’altro: “Praticamente un cast multirazziale ed equilibrato tra ruoli maschili e femminili“.
Per realizzare il film i Wachowski hanno scelto di girare gli episodi ambientati nel 1849, 2144 e 2321, location per le riprese l’isola di Majorca, mentre Twyker si è spostato in Scozia per quelli del 1931, 1974 e 2012. “Questo ha comportato due troupe, due production unit e production designer. Organizzare i tempi non è stato facile, le due unità giravano in parallelo e c’erano due centri di montaggio a Berlino e Chicago“.
Le parole ricorrenti nel racconto di Dan Glass sono “inventare” e “sperimentare”, anche attraverso i fallimenti e gli errori, perchè, spiega Dan Glass: “le limitazioni portano sempre a grandi invenzioni“.
Ma alla fine il puzzle si è composto. Oltre alla complessità dell’organizzazione, la sfida di Cloud Atlas si è concentrata sulla creazione dei mondi del futuro: “I Wachowski volevano uno stile utopico high tech, un po’ Blade Runner ma con un livello di dettaglio maggiore“. Una sorta di stratificazione e di aggiunta di dettagli livello dopo livello, che ha tenuto conto di ogni minimo particolare.
Per realizzare una scena ambientata a San Francisco nel 1974, per esempio, Glass e il suo team sono partiti da foto contemporanee della città, poi riportate a quasi quarant’anni fa “inserendo non solo le auto e le case, ma anche i segnali stradali, che sono un dettaglio sottile e quasi non visibile“. Un filo rosso quello della non-invasività e della massima credibilità ottenibile, che, secondo Dan Glass è uno degli elementi che fa trascorrere velocemente le 2 ore e 35 minuti del film.
Chissà se anche per gli spettatori la visione confermerà le aspettative. Per il momento ci accontentiamo di quanto dichiarato da Tom Hanks, che ha definito la sua esperienza sul set “la più sorprendente della mia vita“.
COULD ATLAS
Regia Andy e Lana Wachowski, Tom Tykwer
Uscita: 13 gennaio 2013
http://cloudatlas.warnerbros.com/