Un interessante documentario di Giovanna Taviani guida lo spettatore attraverso i complicati sentieri del cinema italiano degli ultimi trent’anni, tra ricordi e aspirazioni.
Non è facile trovare un denominatore comune quando si parla di cinema. Molti si sono occupati di questa “nuova” forma d’arte, che ha poco più di cent’anni, con approcci altrettanto diversi, sia in campo pratico che in quello critico e teorico. Ad avvicinarsi ci ha provato anche Giovanna Taviani, classe 1969, che da alcuni anni si occupa di studi cinematografici, con un documentario, il suo primo lavoro, presentato al Torino Film Festival, fuori concorso.
Il lavoro della giovane regista si presenta come un lungo, ed interessante, viaggio nel cinema italiano, dalla fine degli anni ’50 fino all’ultima generazione di registi. Un periodo, quello preso in esame dalla Taviani, non facile. Infatti mentre in Francia prendeva corpo la “nouvelle vague”, in Gran Bretagna il “free cinema” o negli Stati Uniti il “New American Cinema”, solo per fare alcuni esempi, in Italia si assisteva ad una relativa fioritura di filoni, generi o tendenze ma a nessuna vera e propria “ondata” intellettuale o culturale. È inutile negare che l’eredità cinematografica lasciata dagli anni cinquanta era complessa e importante.
Ecco perché la giovane regista sceglie di far parlare la viva voce dei protagonisti, dei registi, che la storia del cinema l’hanno fatta davvero. Risi, accompagnato dalle immagini di uno dei suoi film più famosi, Il sorpasso (1962), racconta le difficoltà che si dovevano affrontare dietro la macchina da presa agli inizi degli anni Sessanta, Monicelli della sua idea di cinema, Bellocchio del suo sessantotto, dalla sua voglia di indagare nel sociale e nel politico, occupandosi di temi delicati e scomodi. Ma la lista è lunga: si continua con Bertolucci che mette a confronto due sue pellicole: Prima della rivoluzione (1964) e The dreamers (2003), con i racconti dei fratelli Taviani, con gli aneddoti di Nanni Moretti sugli anni Settanta, e con l’esperienza attraverso gli anni Ottanta di Salvatores. Attraverso le parole dei protagonisti è evidente il cambiamento: cambiano le generazioni, cambia il modo di fare i film, cambiano gli ideali, i sentimenti e le passioni.
La Taviani lascia spazio anche ai giovani registi italiani: Marra, Mereu, Sorrentino, Vicari che esprimono le loro perplessità, il loro modo di vedere e di fare il cinema. Un documentario utile ed interessante a capire che, nonostante tutti i cambiamenti, il cinema offre molte possibilità: di speranza, di rivincita, di riflessione, basta solo saperle sfruttare.
Titolo: I nostri 30 anni. Generazioni a confronto
Nazionalità: Italia
Anno: 2004
Durata: 73′
Genere: Documentario
Regia, soggetto: Giovanna Taviani
Fotografia: Alessandro Ghiara
Montaggio: Christiano Travagliolo
Musica: Giuliano Taviani
Suono: Massimo Simonetti
Produttore: Antonio Ciano
Produzione/Production Nuvolafil